Se c’è qualcosa che ha sempre affascinato chiunque credo proprio siano le leggende, il cui fascino deriva dal mistero, lo stesso che avvolge il protagonista di oggi: il cavaliere San Giorgio.

Tutta la sua vita infatti, è avvolta da un alone di mistero, a causa delle scarse informazioni che ci sono pervenute riguardo la sua provenienza. Non si sa con certezza dove e quando nacque San Giorgio, tutto ciò che sappiamo lo dobbiamo ad alcune opere apocrife come “Passio Georgii” e ” Decretum Gelasianum” del 496, oppure ad alcune opere letterarie come “De situ terrae sanctae“, la quale attesta la presenza in Palestina di una basilica costantiniana costruita sulla tomba di San Giorgio e i suoi compagni martirizzati nel 303 durante la persecuzione di Diocleziano. Tale Basilica, che era già meta di pellegrinaggi fin dai tempi delle Crociate, fu distrutta dal sultano Saladino.

Giorgio nacque in Cappadocia e fu cresciuto secondo insegnamenti cristiani, per questo fu poi incarcerato a seguito dell’editto del 303 con il quale l’armata di Diocleziano perseguitò tutti i cristiani.

Con i Normanni, il culto del santo orientale si radicò in modo straordinario in Inghilterra e qualche secolo dopo nel 1348, re Edoardo III istituì il celebre grido di battaglia “Saint George for England”, istituendo l’Ordine dei Cavalieri di San Giorgio o della Giarrettiera.

In tutto il Medioevo la figura di s. Giorgio, il cui nome aveva tutt’altro significato, cioè ‘agricoltore’, divenne oggetto di una letteratura epica che gareggiava con i cicli bretone e carolingio.

Nei Paesi slavi assunse la funzione addirittura ‘pagana’ di sconfiggere le tenebre dell’inverno, simboleggiate dal drago e quindi di favorire la crescita della vegetazione in primavera.

San Giorgio è onorato anche dai musulmani, che gli diedero l’appellativo di ‘profeta’.

LA LEGGENDA

La leggenda di Sant Jordi, fu narrata da Jacopo da Varazze nel suo “Leggenda Aurea”, nel XIII secolo.

Si narra che in una città chiamata Selem, in Libia, vi fosse un grande stagno, tale da poter nascondere un drago, che, avvicinandosi alla città, uccideva con il fiato tutte le persone che incontrava. Gli abitanti gli offrivano per placarlo due pecore al giorno, ma quando queste cominciarono a scarseggiare si sentirono costretti a offrirgli una pecora e un giovane tirato a sorte. Un giorno fu estratta in sorte la giovane figlia del re, la principessa Silene. Il re, terrorizzato, offrì il suo patrimonio e metà del regno, purché la si risparmiasse, ma la popolazione si ribellò, avendo visto morire tanti suoi figli. Dopo otto giorni e molte trattative, il re dovette cedere e la giovane si avviò verso lo stagno per essere offerta al drago. In quel momento passò di lì il giovane cavaliere Giorgio, il quale, saputo dell’imminente sacrificio, tranquillizzò la principessa, promettendole il suo intervento per evitarle la brutale morte. Disse dunque alla principessa Silene di non aver timore e di avvolgere la sua cintura al collo del drago come un guinzaglio così che il mostro potesse seguirla docilmente fino in città. La principessa, dunque, così fece: giunta presso il mostro vi si avvicinò, sciolse la cintura, l’arrotolò al collo della bestia che prese a seguirla docilmente verso la città. Ma gli abitanti rimasero atterriti nel vedere il drago avvicinarsi. Giorgio li tranquillizzò dicendo loro di non aver timore poiché «Iddio mi ha mandato a voi per liberarvi dal drago: se abbraccerete la fede in Cristo, riceverete il battesimo e io ucciderò il mostro». Allora il re e la popolazione si convertirono, il cavaliere uccise il drago e lo fece portare fuori dalla città trascinato da quattro paia di buoi.

In Catalogna, la vicenda di Sant Jordi è ambientata nel territorio di Montblanc, comune della provincia di Tarragona. Anche qui al drago, era sacrificata una persona al giorno, e Giorgio salvò una principessa da morte certa uccidendo il drago. Dal sangue del drago ucciso con la spada del santo, uscì un copioso rivolo di sangue che si trasformò in un roseto, dal quale sbocciavano rose dal colore intenso che Sant Jordi colse per offrirle alla principessa.

LA FESTA

La festa di Sant Jordi trae le sue origine da un insieme di tradizioni di epoche diverse tra queste: la morte del cavaliere Giorgio, che venne decapitato per rifiutarsi di eseguire l’ordine di perseguitare i cristiani ( da qui San Giorgio divenne così popolare che nel 1456 venne dichiarato patrono ufficiale della Catalogna), la Leggenda di San Giorgio e il Drago e l’antica abitudine medievale di visitare la cappella di Sant Jordi del Palazzo della Generalitat, dove si soleva organizzare una fiera delle rose o “degli innamorati”, luogo a cui si recavano i futuri sposi e le coppie di fidanzati e per questo motivo San Jordi è conosciuto anche come il patrono degli innamorati in Catalogna.

Il 23 Aprile, essendo la festa del Patrono della Catalogna, avvengono grandi festeggiamenti soprattutto a Barcellona dove già dalle prime luci dell’alba, tantissime persone facenti parte di organizzazioni, scuole o negozi stessi, iniziano ad allestire le loro bancarelle di libri e rose lungo tutte le strade del centro, trasformando la città in una libreria floreale all’aperto.

Questa è un’ottima occasione per chiunque voglia incontrare il proprio autore di libri preferito, non mancano infatti incontri, firma copie ed eventi dedicati alla letteratura con le ultime novità editoriali.

Per l’occasione, le coppie si scambiano regali: la tradizione vuole che gli uomini ricevano un libro e le donne una rosa.

Inoltre, nel corso della giornata, è facile assistere alle esibizioni di “sardana” (ballo tradizionale) e ai popolari “castells” (torri umane) in luoghi come la Plaza Sant Jaume.

Il giorno di Sant Jordi offre anche l’opportunità di visitare edifici come il municipio, il Palau Güell, il Recinto Modernista di Sant Pau, l’Ateneo o il Palau de la Generalitat, dove normalmente vengono organizzate attività speciali o giornate a porte aperte con visite gratuite e l’Ajuntament de Barcelona aperto al pubblico solo 3 volte l’anno (la festa di San Giorgio è uno di queste). Una visita imperdibile è quella alla Casa Baltò sulla quale Gaudí rappresentò la leggenda di Sant Jordi e il drago, a cui fa riferimento questa festa, la cui facciata per l’occasione si riempie di rose.

Importante da ricordare che l’evento dura tutto il giorno, non ci sono degli orari prefissati e che la cosa migliore è sicuramente recarti lungo Las Ramblas, dove avverranno la maggior parte delle attività, inoltre potete trovare nelle pasticcerie e nelle panetterie il pane di Sant Jordi, un pane fatto di sobrassada ( un salume tipico di Maiorca) e formaggio, tingendolo in questo modo dei colori ella bandiera della Catalogna.

FESTEGGIAMENTI IN ITALIA E NEL MONDO

San Giorgio è il santo patrono d’Inghilterra e la festa ufficiale ricorre il 23 aprile di ogni anno. La tradizione vuole che il 23 aprile si svolga la famosa parata di St. George, che percorre le vie della città di Londra partendo da Armourers Hall in Coleman Street fino a Pater Noster Square per poi tornare indietro via St. Paul’s Churchyard, Cannon Street e Coleman Street. Prendono parte in questa manifestazione degli attori in maschera che interpretano San Giorgio, il re di Salem, la principessa e il drago, inoltre è prevista la presenza del reggimento dei paracadutisti e di veicoli militari. Un altro centro molto importante, dove si svolgono numerosi eventi, è Trafalgar Square. In questa giornata vengono allestiti stand gastronomici, dove è possibile assaggiare le prelibatezze della cucina inglese. Si organizzano inoltre numerose attività culturali, musicali e teatrali.

Il santo Patrono di Vieste è San Giorgio, il giorno del 23 Aprile la statua lignea del Santo dalla Cattedrale di Vieste, viene portata a spalle, in processione fino alla chiesetta di Santa Maria delle Grazie  lungo le stradine di Vieste assieme alle altre statue. La tradizione vuole che San Giorgio , invitato dalla sorella S. Margherita, vada in quella chiesetta a mangiare pasta e ricotta. La festa è anche l’occasione per la tradizionale sagra della frittata. Dopo la S. Messa la statua di San Giorgio è riportata in Cattedrale con una continua e solenne processione interrotta solo da fuochi pirotecnici. Nel pomeriggio, verso le ore 18,00,  viene anche effettuata la tradizionale corsa di cavalli, sulla Spiaggia di Pizzomunno. La corsa, affidata ad improvvisati giudici di linea, finisce spesso in bagarre, per l’attribuzione del primo premio. La giornata si chiude con la esibizione di orchestre e cantanti in piazza Vittorio Emanuele  (detta del “Fosso”) e scenografici fuochi a mare.

La festa di San Giorgio, non si festeggia il 23 Aprile, bensì l’ultima domenica di maggio, invece, a Ragusa. Caratterizzata dalla processione che si articola per le strade di Ibla, la statua del cavaliere (rappresentato a cavallo, vestito come un antico soldato, armato di una lancia d’argento mentre affronta e uccide un terribile drago) viene portata a spalla dai fedeli e seguita da una folla di devoti. Per la grande occasione la chiesa viene addobbata con stendardi, fiori e luci, mentre la statua del santo cavaliere e dell’arca santa (contenente le reliquie del santo patrono e di altri santi) vengono poste nei due altari laterali della chiesa per la venerazione dei fedeli. L’intera città – vicoli, strade, piazze, si veste di luminarie e di vivaci colori, inoltre le pregevoli porte intagliate della chiesa madre, che nel corso dell’anno rimangono coperte da due imposte, si aprono per la gioia dei fedeli. I festeggiamenti cominciano circa un mese prima, quando le due statue vengono scese, con un antico procedimento, dalle due nicchie laterali poste nelle due navate laterali, poi si attendono con ansia i tre giorni dell’ultima settimana di maggio (venerdì sabato e domenica) a suon di banda e di mortaretti si porta fuori il simulacro di San Giorgio.

Porto San Giorgio in Provincia di Fermo nelle Marche si festeggia il Santo Patrono del Paese, San Giorgio con un ricco programma per tutto il mese di aprile.

In Maremma, a Montemarano, durante la settimana del 25 aprile aprile si celebra la Festa di San Giorgio patrono della città. Figuranti vestiti in abiti medievali sfileranno per le strette vie di Montemerano, tra le botteghe antiche di un borgo colorato e impreziosito dal fascino delle sue origini, dei suoi antichi mestieri e delle sue case in pietra. Tre giorni di festa che si apriranno con la rievocazione della battaglia tra il cavaliere San Giorgio e il drago, leggenda dipinta da Paolo Uccello nel 1456 e oggi visibile alla National Gallery di Londra. Un’atmosfera di festa resa unica dal lancio del pallone aerostatico, una particolare mongolfiera bianca illuminata dal fuoco interno e che si alza in cielo aperto, tra musiche, spettacoli, sfilate in costume e cortei. Il terzo giorno, nella giornata finale, il carro del drago sfilerà per la piazza principale del paese festeggiando la giostra: una gara a punti tra i rioni del paese che prevede il lancio di palle nella sua bocca, un momento per raccogliersi e chiudere uno degli eventi storici più importanti della Maremma.

Genova intitolò a lui un ordine cavalleresco militare, con catena d’oro e croce smaltata in rosso, concedendo ai capitani più distinti il privilegio di fregiare il portale delle proprie case con l’immagine del Santo, che ricorreva anche sulle monete. Il “beò (beato) San Giorgio” non veniva dimenticato neppure fuori dalla patria: i genovesi dedicarono al Santo una chiesa a Napoli e una a Palermo, e diffusero l’effigie del Protettore nei domini d’oltremare: un bassorilievo in pietra, datato 1467 e con lo stemma dei Lercari, fu riportato in Italia da Cembalo dal generale Lamarmora, dopo la spedizione di Crimea.

La “Festa di San Giorgio” è anche un evento veneto che si svolge a Marcon (VE) in provincia di Venezia, così come a Comano (MS) in provincia di Massa Carrara e a Ferrara di cui ne è patrono.

Sant Jordi, conosciuto altrove come San Giorgio, e con tutte le altre varianti linguistiche del nome, è patrono anche dell’Aragona e perfino di intere nazioni: Georgia, Grecia, Inghilterra, Lituania, Polonia, Portogallo, Russia Serbia.

CASA BALTO’

La leggenda di Sant Jordi è stata fonte di ispirazione per molti artisti, uno degli esempi più rappresentativi è proprio la Casa Batlló a Barcellona, dove quello che risalta sicuramente di più all’occhio sono le tegole di ceramica a forma di squame sul tetto, che rappresentano il dorso del drago.

Come spiega il sito ufficiale, la spina dorsale del drago prende vita nella terrazza attraverso le piastrelle policrome a forma di squame, una croce sul tetto ricorda la spada del santo, e al piano superiore un balcone a forma di fiore allude al balcone della principessa. Ai piani inferiori i balconi a forma di teschio e le colonne della tribuna, somiglianti ad ossa, rappresentano simbolicamente i resti del drago sconfitto. Le estremità della scala situata nell’ingresso privato ricordano le vertebre di un animale, tant’è che la cultura popolare associa la scala alla coda del drago. E molti altri sono gli elementi architettonici che rievocano la leggenda.

FESTA DEL LIBRO

Il 23 aprile coincide anche con la Giornata Mondiale del libro e del diritto d’autore, una festa istituzionalizzata in più di 100 paesi, la maggior parte dei quali di lingua spagnola e portoghese, oluta dall’Unesco nel 1995. Durante questa giornata, molti scrittori firmano libri e scambiano impressioni di letture di strada con i lettori.

Questa data è una buona opportunità per avere le ultime notizie editoriali e ottenere la firma di alcuni dei tuoi scrittori preferiti, soprattutto nella città di Barcellona, ​​​​dove le bancarelle di libri scorrono per le strade principali della città, come l’emblematico Passeig de Gràcia.

In Spagna la festa di San Jordi è vissuta dai più giovani un po’ come quella di San Valentino, ma forse con una marcia in più, dato che dagli anni Venti del 1900 la Catalogna si riempie non solo di rose, ma anche di libri. Agli uomini si usa regalare qualcosa di interessante da leggere. Si è infatti pensato di far coincidere con questa festa anche il ricordo di Cervantes, morto proprio in un 23 di aprile, e per non far torto ad un gran maestro d’oltre confine, si onora Shakespeare insieme a lui, dato che morì anche lui nella stessa data. Da qui la tradizione di regalare alle persone care libri dei due grandi letterati, ma anche volumi e letture di qualsiasi tipo.

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