Ogni cultura ha dei numeri che considera particolarmente fortunati o, viceversa, sfortunati.

In un paese come quello del Giappone pieno di leggende e curiosità non poteva mancare anche la superstizione dei numeri, ma prima partiamo da un concetto base che riguarda proprio la differenza con la numerazione araba.

SCRITTURA

La scrittura dei numeri giapponesi è interamente basata sui corrispondenti numeri cinesi e i numeri molto grandi seguono la tradizione cinese del raggruppamento per 10.000. Esistono due modalità per la pronuncia dei numeri in lingua giapponese: la prima è basata sulla pronuncia sino-giapponese on’yomi (letture dei caratteri in cinese) e l’altra è basata sul giapponese kun’yomi.

In Giappone, in epoca moderna, viene generalmente preferita la numerazione araba a quella tradizionale, tuttavia nel parlato i numeri vengono pronunciati come se si stesse leggendone i kanji: ad esempio 1 000 000 (un milione) viene letto 百万 (hyakuman), “cento decine di migliaia”.

In giapponese per i numeri esistono due modalità di scrittura: in cifre indo-arabe (1, 2, 3) o in numeri cinesi (一,二,三). Le cifre indo-arabe sono più spesso utilizzate nella scrittura orizzontale, le cifre cinesi sono più comuni nella scrittura verticale.

Generalmente i numeri si scrivono con due simboli diversi: uno derivato dal cinese utilizzato per i numeri cardinali e uno giapponese utilizzato per i numeri ordinali, anche se esistono eccezioni in cui la versione giapponese è preferita per entrambi gli usi. I numeri intermedi vengono ottenuti combinando i vari Kanji. Le decine dal 20 al 90 vengono formate anteponendo i numeri dal 2 al 9 al kanji per “10”, ad esempio 二十 è 20, 四十 40 e così via. Lo stesso avviene per gli altri numeri: nel caso delle centinaia, i numeri dall’1 al 9 vengono anteposti al kanji per “100”: 三百 è 300, 三百六十 360, 七百四十二 742. Lo stesso avviene per le migliaia (千), le decine di migliaia (万) e così via. 億 (oku) e 兆 (chō) sono piuttosto rari, mentre 京 (kei) e 垓 (gai) non vengono praticamente mai utilizzati.

SUPERSTIZIONE NUMERICA

In Occidente è molto comune considerare sfortunato il 17 ed il 13, tanto che in alcuni alberghi o palazzi dopo il dodicesimo piano c’è il “12 bis” e su molti aerei dalla fila 12 si passa direttamente alla 14. Stessa sorte per il 17, specialmente se accoppiato al venerdì, e per certi aspetti al quattro. Viceversa il tre è quasi unanimemente considerato un numero perfetto, ed anche il sette gode di particolari benevolenze. Singolare è il destino del 13 che è a volte, come detto, considerato sfortunato, ed altre volte invece preso ad esempio di fortuna (specialmente quando si parla di schedine del totocalcio).


In Oriente il numero considerato sfortunato per eccellenza è il numero 4, poiché in Giappone viene pronunciato come “shi”, con lo stesso suono fonetico (ma con un diverso ideogramma) della parola “morte”.

Stesso destino per il numero 9, che si pronuncia “ku”, richiamando la stessa pronuncia del termine giapponese che indica l’agonia o la tortura.

IL NUMERO 7

Una coincidenza tra Oriente e Occidente è invece quella relativa al numero 7, che entrambe le culture giudicano propizio e fortunato, se non addirittura sacro. Non a caso il numero sette ricorre frequentemente: i sette nani di Biancaneve, le sette meraviglie del mondo, i sette colori dell’arcobaleno, le sette virtù (teologali e cardinali) ed i sette peccati, i sette mari, i sette giorni della settimana, le sette note musicali sono solo alcuni degli esempi di quanto il sette sia ricorrente nella nostra società.

Anche in Giappone il sette è oggetto di particolare interesse: “I sette samurai” è uno delle più note pellicole della cinematografia nipponica, sette sono le successive reincarnazioni in cui confidano i buddisti, i giapponesi celebrano con particolari ricorrenze il settimo giorno dalla nascita di un bambino ed il settimo giorno e la settima settimana dalla morte di un loro caro. Ancora, molto importanti in Giappone sono i “Shichi – fuku – jin”, ovvero i “Sette Dei della Fortuna”, tipici del folklore nipponico, sempre a proposito di sette, in Giappone sono molto popolari la nanakusa-gayu, ovvero la minestra di riso con le sette erbe che viene tradizionalmente consumata  il sette di gennaio, per prevenire i malanni e scacciare dal corpo gli spiriti cattivi. Da ricordare anche le aki no nanakusa, ovvero “le sette erbe dell’autunno”, che però non sono usate a scopo alimentare ma vengono impiegate per celebrare l’equinozio d’autunno o la settimana di luna piena di settembre. Non possiamo non concludere ricordando il famoso motto “Nana korobi ya oki che letteralmente significa “sette cadute e otto alzate”, incoraggiando ad affrontare con determinazione e coraggio gli inevitabili momenti bui che la vita riserva a ciascuno di noi, sempre pronti a rialzarsi ed a impegnarsi per i propri ideali ed i propri principi, senza demoralizzarsi o cedere allo scoramento.

Il motto richiama l’episodio di Kusonoki Masashige e di suo fratello Masasue che, nel 1336, durante la battaglia del fiume Minato, incalzati da un esercito nemico numericamente superiore, decisero con altri samurai di compiere suppuku con il rituale taglio del ventre. Prima del gesto estremo, Masashige, che sedeva al posto d’onore nella sala che ospitava i guerrieri pronti allo hara kiri, si volse verso il fratello e disse: “Si dice l’ultimo pensiero di un uomo decida, nel bene e nel male, della sua vita futura. Qual è il tuo desiderio per i prossimi nove mondi?” (i nove mondi sono, secondo il credo buddista, i piani di esistenza in cui si può reincarnare un’anima). Masasue rise rumorosamente e rispose: “Io spero di rinascere almeno sette volte nella stessa vita umana per distruggere i nemici dell’Imperatore!”. Soddisfatto Masashige replicò: “E’ un cattivo pensiero che deriva da un karma determinato da una colpa grave, ma io la penso allo stesso modo. Coraggio, passiamo insieme nell’altra vita e mettiamo in atto il nostro proposito”. I due fratelli si scambiarono questa promessa, presero posizione sullo stesso cuscino in direzione opposta e, senza un lamento, si squarciarono l’addome.

Queste le varie curiosità sulla superstizione numerica in Giappone e voi le conoscevate?

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