“Quando la Ruota incomincia a girare
comincino i fuochi di Beltain a bruciare.”

Beltane è uno degli otto sabba della Wicca e segna nella Ruota dell’Anno il periodo dell’estate, il momento in cui le energie della luce e della vita si manifestano nel loro aspetto più gioioso e trionfale.

Il termine Beltane (pron. Beltein), deriva dal gaelico irlandese Bealtaine (pron. B’ioltinna) e dal gaelico scozzese Bealtuin (pron. B’ialten), e venne anglicizzato solo in seguito.

Gli antichi Celti celebravano la festa di Beltane  il 1° maggio. Come molte altre popolazioni pastorali, gli antichi Celti avevano solo due stagioni durante l’anno (non quattro come siamo abituati noi): la metà oscura e la metà luminosa dell’anno, le successive suddivisioni dell’anno furono introdotte più tardi dagli agricoltori.

I FUOCHI DI BELTANE

Beltane significa “i fuo­chi di Bel”, poiché venivano accesi in onore di Bel, il “Luminoso”, Dio di luce e di fuoco. Bel non era una divinità solare, perché per i Celti il sole era un’entità femminile, tuttavia presentava alcuni attributi solari. Bel, in varie aree celtiche è conosciuto anche come Beh, Balor o Belenos.

Molti studiosi concordano nell’interpretazione di Bel come l’equiva­lente del gallico Cernunnos e del britannico Heme, due divi­nità maschili della fertilità, signori dei boschi e degli animali. Simbolicamente Cernunnos e Bel pos­sono essere due aspetti del Dio Padre che feconda la Dea Madre, aspetti rappresentati dai due temi che dominano la festa di Beltane: fertilità e fuoco. I fuochi di Bel erano accesi sulle colline per celebrare il ritorno della vita e della fertilità nel mondo.

TRADIZIONI

In Scozia, negli Highlands centrali, i fuochi di Beltane venivano accesi tra­mite il “needfire”, il “fuoco della necessità” o “fuoco della miseria”. Per farlo si usava una tavola di quer­cia forata ed un palo, sempre di quercia, che veniva fatto ruota­re velocemente per mezzo di una corda. La tradizione fissava in “tre volte tre” o “tre volte nove” il numero di colo­ro che dovevano far girare questo strumento.

In Galles, nella Valle di Glamorgan, nove uomini si riunivano nei boschi a raccogliere nove tipi di legna, che bruciavano in seguito, strofinando legna di quercia per far scintille, all’interno di un buco scavato nel terreno. I nove diversi tipi di legna erano probabilmente i nove legni sacri dei Druidi. Essi erano forse: sorbo selvatico, quercia, salice, nocciolo, betulla, biancospino, melo, pino, vite – o rovo (altri elenchi danno al posto delle ultime tre piante il sambuco, il tasso e il vischio – o ginepro).

Nell’Irlanda pagana nessuno poteva accendere un fuoco di Beltane finché l’Ard Ri (Grande Re) non avesse acceso il primo fuoco rituale sulla collina di Tara, il centro mistico e politico dell’antica Irlanda. San Patrizio sfidò que­sta usanza per distruggere le usanze pagane e San David fece una cosa simile in Galles. I fuochi di Beltane venivano spesso accesi in coppia, e tra i due fuochi veniva fatto passare il bestiame, per propi­ziare latte abbondante, fertilità e buona salute per tutto l’an­no, prima di essere condotto ai pascoli estivi.

Il significato principale di tali riti era sempre e comunque quello di una purificazione tramite il fuoco, una vera e propria “pulizia di primavera”. Il fuoco distrugge i poteri ostili, purifica l’aria e favorisce la fertilità di tutti gli esseri viven­ti.

Ma la festa di Beltane era caratterizzata anche da altre usanze. Ad esempio, analogamente al solstizio d’estate, in molte località europee si riteneva questo periodo propizio alle sorgenti miracolose e si compivano riti e pellegrinaggi alle sacre sorgenti. Così la rugiada raccolta all’alba del primo maggio era particolarmente potente e si usava come liquido calmante per gli occhi o come lozione di bellezza.

Un altro rituale folkloristico è quello, tuttora esistente nelle Isole Britanniche, del cavalluccio di legno, Hobby Horse o Oss come viene chiamato. Appena prima di mezzanotte i Maggiaioli del villaggio di Padstow si recano alla locanda dove l’Oss è conservato e cantano un canto augurale al pro­prietario della locanda e a sua moglie. L’Oss è fatto di un cerchio ricoperto di pelli, con un palo munito di una man­dibola di legno che si apre e si chiude. Il tutto viene indos­sato da un danzatore che gira per le strade accompagnato da musici che suonano un tamburo e una fisarmonica. Ogni volta che la musica cessa, esso si accascia per rialzarsi dopo un po’. L’Oss (che si ritiene abbia forti poteri di ferti­lità) viene imbrattato di grasso scuro, così che qualsiasi ragazza catturata da esso ne veniva segnata. L’Oss moriva a mezzanotte per rinascere l’anno successivo.

DANZE

La gente danzava attorno ai falò compiendo alti salti. Le danze più famose erano “la Danza del Cervo” e la “Danza del Salmone Saltante“, memore di antiche danze di caccia e pesca. Molte donne danzavano in cerchio su bastoni di legno in una frenetica danza di fer­tilità, per promuovere la crescita dei nuovi raccolti (i basto­ni divennero poi manici di scopa ma la loro forma fallica suggerisce sempre il tipo di energia che veniva evocata).

Quando le fiamme dei falò iniziavano ad abbassarsi le persone saltavano sui fuochi, usanza ancora praticata in Scozia e in Irlanda, per propiziarsi la fortuna. Così giovani e ragazze saltavano per trovare l’anima gemella, le spose per ottenere figli e perfino le donne gravide per assicurarsi un parto facile. Infine, le cene­ri dei fuochi venivano (e ancora oggi è così in certe località ) sparse sulla terra per garantire la fecondità dei campi.

Dopo le danze e i salti spesso le giovani coppie si apparta­vano col favore dell’oscurità continuando a modo loro le cele­brazioni. Beltane era infatti una festa di fertilità nella quale la Madre terra e il Grande Dio dei boschi si accoppiavano. Per la gente comune era una festa orgiastica quindi per tutta la notte del 30 aprile (i Celti facevano cominciare i giorni dal crepuscolo del giorno precedente) si susseguivano sotto questa atmosfera, banchetti e danze, che terminavano con l’avvento della nuova vita. Durante questa notte vegliava la Grande Dea della fecondità, che dominava allo stesso tempo il destino dei semi e quello dei morti, per questo considerata anche la Dea della Morte in Vita, entrando in comunicazione con il mondo infero e con i defunti.

I bambini generati in questa notte infatti, si credeva fossero i morti ritornati in vita, e Beltane veniva definita anche la Festa della Generazione dei Bambini.

Oltre alla credenza del ritorno del mondo dei morti, si credeva che durante questa notte si aprissero anche le porte dei regni ultraterreni come il sidhe, il regno fatato dei Celti. A differenza dei defunti umani, gli esseri fatati non sono sempre benevoli. In questo periodo le fate appaio­no agli umani e chiunque si addormenta sotto un biancospino (albero fatato) rischia di essere portato via da loro.

SIMBOLOGIA

Il fuoco sacro è simbolo del fuoco celeste, ovvero del calore primordiale che produsse la creazione e che si ripresenta ad ogni primavera.

E’ significativo l’uso di legno di quercia, infatti, la quercia è l’albero attribuito alla metà luminosa dell’anno che proprio a Beltane celebra il suo trionfo.

Il nume­ro nove nella tradizione celtica è il numero che indica la completezza e per questo rappresenta il simbolo del cosmo. Tuttavia le accensioni rituali di fuochi si ritrovano anche al di fuori del mondo celtico. Ad esempio, in varie regioni europee i fuochi solstiziali erano accesi mediante una ruota fatta girare intorno ad un piolo fisso, mentre riti simili erano osservati nell’India vedica e a Roma per riaccendere il fuoco di Vesta. Lo sfregamento di legnetti, il tabù circa l’uso di metalli, l’utilizzo di selci, ci rinvia forse a epoche remotissime, antecedenti qualsiasi civiltà storica e testimonia l’antichità di queste tradizioni.

La pianta sacra di Beltane è il biancospino, la cui fioritura rappresentava per i Celti l’inizio della festa. E’ pianta della Dea, come la quercia è l’albero del Dio. Si dice infatti che il suo profumo ricordi quello della sessualità femminile. Inoltre è anche una pianta legata all’Altro Mondo, associa­ta alle fate. Piante di biancospino che crescono solitarie su una collina o vicino ad una sorgente sono ritenute segnali del regno delle fate. Gli esseri fatati abitano nelle piante di biancospino. Il tabù sulla raccolta di questa pianta viene sospeso a Beltane, quando può essere raccolto per la festa o per essere portato in casa (analogamente al tabù sulla cac­cia alla lepre in primavera). Così la rugiada raccolta dai rami di biancospino è a Beltane benefica e indicata per le ragazze che vogliano conservare la loro bellezza.

PALO DI MAGGIO

In Inghilterra il simbolo della festa di maggio, o May Eve (“vigilia di maggio”), era l’albero o il palo, piantato nelle piazze dei villaggi e adornato di nastri multicolori.

Il palo di maggio non è altro che l’Albero Cosmico, l’Axis Mundi che collega i tre regni cosmici (celeste, terreno e infero). Gli sciamani usano l’albero cosmico per ascendere fino al mondo Superiore o discendere a quello Inferiore, come gli sciamani siberiani che usavano ritualmente un palo di betul­la a sette pioli.

In Galles la danza attorno al palo di maggio era chiamata “danza della betulla”. I danzatori, afferrato ciascuno l’estremità di uno dei nastri, si muovevano in direzioni opposte (gli uomini in un senso e le donne in un altro), finendo con l’intrecciare i nastri intorno al palo e con le coppie abbracciate.

Il palo di maggio ha anche un ovvio significato fallico, il potere fecondante della divinità maschile immerso nel grembo della Madre Terra e sormon­tato spesso dalla ghirlanda femminile della Dea.

A Cerne Abbas nel Dorset, Inghilterra, c’è la figura antica del Gigante di Gesso, forse il Dio Padre celtico Dagda, con la dava e il fallo eretto. Fino a epoche recenti il palo di mag­gio era eretto sopra questa figura rappresentata su una col­lina gessosa e le donne che volevano un bambino visitavano il luogo trascorrendo anche la notte sul fallo del gigante. Si può facilmente comprendere perché i Puritani proibissero nel 1641 i pali di maggio, ripristinati solo successivamente con la restaurazione monarchica!

Durante Beltane si eleggevano tra i giovani anche il Re e la Regina di maggio, rappresentati in terra delle antiche divi­nità, che regnavano per tutta la festa portando in processio­ne i sacri rami (i “Maggi”) nei boschi. La Regina simboleggia la giovane Dea dei Fiori e la nuova cre­scita mentre il Re rappresenta il Dio della Vegetazione e della morte dell’inverno, divinità personificata nel folklore come Jack-in-the-Green, cioè Jack il Verde. Infine, tutte le coppie si appartavano di nuovo nei campi e nei boschi, con la scusa di portare il Maggio o rac­cogliere fiori.

Le leggende relative a Robin Hood, Lady Marian e Little John hanno giocato un ruolo importante nel folklore britan­nico della Vigilia di Maggio. Pare che queste figure, lungi dall’avere una realtà storica, siano simboli dei culti di ferti­lità sopravvissuti in epoca medievale. I cognomi inglesi Robinson, Johnson, Hodson derivano da antenati a cui ven­nero dati tali soprannomi (“Figlio di Robin”, ecc.), in quan­to figli di questi “matrimoni” boscherecci. Queste usanze possono sembrare a qualcuno volgari, tut­tavia la fertilità e la continuazione della stirpe erano cose di primaria importanza. I figli erano una ricchezza e una bene­dizione, anche se illegittimi.

MITOLOGIA

Un mito legato a Beltane è quello gallese di Lludd.

Ogni vigilia di Beltane il regno di Lludd sof­friva a causa di uno spaventoso grido che provocava la sterili­tà nei campi, negli esseri umani e negli animali, facendo morire giovani e anziani e togliendo la forza agli adulti. Lludd scoprì che la causa di questo incantesimo era il combattimen­to fra il drago di Britannia e un drago straniero. Egli li cattu­rò e li rinchiuse. Significativamente Lludd è figlio di Beh.

BELTANE NEL CORSO DELLA STORIA

Nell’antica Roma il 1° mag­gio era la festa di Flora, protettrice delle piante in fiore.

Le sue feste impudiche e gioiose come quelle di Beltane, comprende­vano cacce ad animali mansueti, offerti in premio alle cortigiane vincitrici. Durante i Floralia ci si vestiva con abiti multicolori ad imitazione dei fiori.

La notte del primo maggio era sacra a Bona Dea, ai cui misteri non erano ammessi gli uomini, men­tre il giorno dopo si celebrava Maia, sposa di Vulcano che dava il nome al mese. Bona Dea era forse Fauna, signora delle selve probabilmente collegata ad Angitia, dea dei Marsi, e come questa patrona dei serpenti. Così da un capo all’altro d’Europa e per tutta l’antichità del Medioevo, un simbolismo comune dominava questo periodo dell’anno: giochi e feste che celebrano il ritorno della primavera e della fertilità.

Durante la cristianizzazione dell’Europa centrale la chiesa cercò di cristianizzare anche questa celebrazione, associandola a Valpurga di Heidenheim, o semplicemente Santa Valpurga, badessa inglese, vissuta attorno al VIII secolo e morta il 1° Maggio 871, per farle prendere il posto della Grande Madre della fertilità. Santa Vapurga aveva però anche il compito di esorcizzare una paura che si era diffusa dal nord Europa: secondo alcune tradizioni europee durante la Notte di Valpurga streghe, demoni e spiriti uscivano dai loro nascondigli per danzare attorno al fuoco; soprattutto in Germania, attorno al XVII secolo, si credeva che le streghe si radunassero tutte sulla montagna più alta della catena di Harz, il monte Brocken, per mandare fatture agli innocenti. Per questo motivo la Walpurgisnacht veniva anche chiamata Hexennacht, Notte delle Streghe. E così, molto similmente alla festa di Samhain (il nostro Halloween), per scacciare le stregonerie e il malocchio, si pregava (e festeggiava) fino all’alba, quando i mostri ritornavano negli inferi grazie alla veglia di Santa Valpurga.

Nella chiesa di Santa Croce in cui è sepolta la santa, si dice infatti che dalle pietre dove furono sepolte le sue ossa, sgorgava il miracoloso trova “l’Olio di Santa Valpurga” che fra le tante virtù avrebbe avuto anche quella di proteggere dalle stregonerie.

Le celebrazioni di Beltane si erano in gran parte estinte verso la metà del 20° secolo, anche se alcune delle sue usanze continuarono e in alcuni luoghi è stato fatto rivivere come evento culturale.
Dalla fine del XX secolo, la festa celtica di Beltane conosce nuovo vigore e interesse grazie, alla rievocazione della festività da parte dei Gruppi Spirituali wiccan.

LA NOTTE DI VALPURGA

Nei paesi germanici questa festa corrisponde alla notte di Valpurga – in tedesco Walpurgisnacht e
Valborg in svedese – in cui si danno convegno streghe e stregoni. Ciò significa che la casta sacerdotale è all’opera. Ma siccome i druidi sono scomparsi in quanto sacerdoti e filosofi, ricompaiono nella memoria popolare sotto l’immagine negativa della stregoneria.

Così dal Medioevo, Valpurga è entrata a pieno diritto nell’immaginario satanico ma anche nel suo opposto.

Ciò spiega i numerosi riti di esorcismo praticati nella tradizione popolare durante questa notte come la benedizione degli animali e la purificazione delle stalle con fascine e incensi benedetti, le fumigazioni
di bacche di ginepro e foglie di ruta diffuse nelle case, le corse intorno ai borghi mentre si producono
frastuoni di ogni genere.

Prima che Valpurga venisse consacrata all’incontro con Satana tra nebbie infernali e furiosi canti
di magia – così come la descrive Goethe nel Faust alimentando la leggenda – altri antichi riconoscevano
in questa notte un pericoloso varco temporale
 in cui, dal tramonto all’alba, i confini sovrannaturali si dissolvevano: oltre alle ricorrenti storie delle fate rapitrici, alle none del mese del maggio romano cadevano le Lemuria, un’altra data dedicata al mondo dei morti.

Non si trattava però degli spiriti buoni degli antenati ma di morti comuni in visita ai viventi, che da loro dovevano proteggersi.

Santa Valpurga

Nel corso del tempo è stato fatto di tutto per cancellare dal calendario le feste pagane sostituendole con festività cristiane. A Santa Valpurga, monaca anglosassone dell’VIII secolo e badessa del monastero tedesco di Heidenheim, la Chiesa ha dedicato il primo maggio sebbene il giorno di nascita della santa ricorrerebbe il 25 febbraio.

Dalle pietre della sua tomba sgorga l’olio di santa Valpurga, un liquido benedetto utilizzato per proteggere dalle stregonerie, per curare le malattie degli occhi e favorire la fecondazione. Anche nelle virtù attribuite all’olio è evidente la sovrapposizione, infatti Santa Valpurga è protettrice delle partorienti, dei contadini e del bestiame. Tutte caratteristiche che riprendono e copiano le fiamme purificatrici e generative della festa di Beltane

In Svezia

La notte di Valpurga è nota in Svezia come Valborg, e rappresenta una festa particolarmente importante specialmente nelle città di tradizione universitaria, come Uppsala e Lund, dove in passato i festeggiamenti per Valborg si sovrapponevano alle celebrazioni per la fine dell’anno accademico e sono rimasti legati alla cultura delle università.

Ad Uppsala, il 30 Aprile, la giornata inizia con la colazione in cui viene servito champagne, alle ore 10.00 si tiene il forsränning, che vede gli studenti discendere le rapide del Fyrisån a bordo di zattere allegoriche, costruite dagli stessi studenti. Il pranzo tradizionale è un buffet noto come sillunch, a base di aringhe e altri piatti tipici.

Dopo pranzo, studenti ed ex studenti dell’Università si radunano in Carolinabacken indossando lo studentmössa, tradizionale berretto studentesco bianco con visiera nera, per ascoltare il coro maschile dell’università (Orphei Drängar), il quale canta musiche che hanno come tema l’arrivo della primavera. Alle 15:00 si tiene il mösspåtagning: il rettore si affaccia dal balcone del Carolina Rediviva e agita in aria il proprio studentmössa, e tutti gli studenti ed ex studenti presenti compiono lo stesso gesto.

Il mösspåtagning è trasmesso da Sveriges Television.

Immediatamente dopo il mösspåtagning gli studenti si recano precipitosamente nelle nation per bere champagne, tradizione nota come champagnegalopp. Presso le nation vengono consumate diverse decine di migliaia di bottiglie di champagne in occasione di tale evento. Alle 17:00 presso il castello si tiene il vårbal del coro misto dell’Università, Allmänna sången, e alle 21:00 un altro raduno si tiene presso Gunillaklockan, campana situata nel bastione occidentale del castello (Styrbiskop), che include un concerto del Allmänna sången e un discorso del curator curatorum, presidente del Kuratorskonventet, ovvero il consiglio dei rappresentanti di tutte le nation.

FESTE NEL MONDO E IN ITALIA

Una celebrazione di Beltane si tiene ogni anno la notte del 30 Aprile a Calton Hill, presso Edimburgo (Scozia), a cui partecipano circa 15.000 persone.

La Fogheraccia, è una celebrazione tipica del folclore romagnolo che si tiene ogni anno nella sera del 18 Marzo alla vigilia dell’equinozio di primavera, quando si svolgevano i baccanali, i riti dionisiaci per propiziare la fertilità nonché l’inizio del nuovo anno romano, da qui la sua origine pagana. Con l’avvento del cristianesimo la celebrazione viene dedicata a San Giovanni. Ancora oggi esiste tra l’altro in molte culture contadine, come ad esempio in Piemonte.

In alta Vall Camonica (BS), la piccola comunità di Pontagna, frazione del comune di Temù, festeggia la notte tra il 15 ed il 16 di agosto (nella tradizione cristiana è la festa di Santa Giulia) con grandi fuochi accesi in alto sui monti, ben visibili da fondo valle.

Anche in Valle d’Aosta si usa accendere dei falò sulle vette dei monti nella notte di San Pietro e Paolo tra il 29 ed il 30 giugno. Analogamente, anche nei paesi dell’Aquilano si usa accendere grandi fuochi la notte fra il 23 e il 24 giugno (San Giovanni), in particolare a Coppito nella notte del 29 giugno san Pietro e Paolo.

Nella Marsica ad Avezzano (AQ) la notte del 26 aprile è tradizione accendere focaracci, fuochi devozionali in onore della Madonna di Pietraquaria, patrona della città. A Sora (FR) nella notte tra il 23 e il 24 giugno si rinnova il rito del falò di San Giovanni Battista sulle rive del fiume Liri.

In molte località europee divenne usanza formare comitive di giovani che giravano per i villaggi cantando stornelli e augurando la buona fortu­na (il “cantar maggio” di molte località toscane).

CELEBRARE BELTANE

Questo è un tempo in cui celebriamo il ritorno dell’estate e della fertilità, periodo di scampagnate e feste all’aperto. E’ un periodo dell’anno in cui di solito ci sentiamo fisicamente bene, in cui i nostri bioritmi si sono adattati alle accresciute ore di luce e ci siamo lasciati alle spalle i momenti critici della fine dell’inverno e dell’inizio della primavera. Quindi è il momento adatto per operare, per condurre a realizzazione le cose che ci siamo prefissati di compiere. Anche psicologicamente i nostri pensieri si volgono all’e­sterno, per fare e operare.

Questa estroversione stagionale fa’ sì che questa sia un’epoca propizia ai nuovi amori e alle nuove amicizie, come anche al rafforzamento delle relazio­ni già esistenti. E’ il momento di passare più tempo con gli altri. E’ anche tempo di stimolare la nostra creatività e la nostra fer­tilità interiore.

Questo é un momento in cui la terra é rigogliosa e verde come l’erba nuova e alberi che si risvegliano dopo il lungo sonno invernale, perciò usate molto verde, i colori brillanti dei fiori – il giallo dei narcisi e dei denti di leone, il viola dei lillà, il blu di un cielo di primavera. Scegliete uno o più di questi colori per decorare il vostro altare con tovaglie, candele, nastri colorati e tutto quanto la vostra fantasia vi suggerisce.

Fate in modo che sul vostro altare figuri almeno uno di questi simboli: cornabastonighiande e semi.
Il simbolo di Maggio più conosciuto e forse anche più antico al mondo é l’Albero di Maggio, provate a costruirne uno in miniatura per il vostro altare, sarà un simbolo maschile, mentre per quanto riguarda la Dea Madre, potete aggiungete sull’altare i simboli della Dea, come una statua, un calderone, una coppa, o altri oggetti femminili.
La cosa migliore é fare in modo che il maschile e il femminile si compenetrino, come i semi in una coppa, oppure una statua con il dio e la dea abbracciati, fiori e nastri sull’Albero di maggio. Qualsiasi elemento circolare, come una corona di fiori o un anello, può essere usato per rappresentare la Dea. Altri simboli di Beltane che potete utilizzare per decorare il vostro altare e la vostra casa sono:

  • Insetti impollinatori come le api, le farfalle o i calabroni;
  • Piante ed erbe come il rosmarino, la salvia, il basilico, la menta, la lavandamandorleangelicafrassinicampanulepotentillamargheriteolibanoederacalendulaasperula;
  • Cestini di Maggio: si tratta di piccoli cestini decorati con fiorinastrirametti fioriti o con gemmecaramelle e dolcetti. Un’antica usanza celtica per il Primo Maggio vuole che si appenda alla maniglia della porta dell’amico del cuore o del vicino di casa, il cestino di maggio. Dopo aver suonato il campanello, si fugge per evitare di essere visti, in caso contrario ci si scambia un bacio benaugurale.
  • Mieleavenalatte: tradizionali primizie della stagione.
  • Frutta come ciliegiemangofiori di melogranopesche: anche queste primizie stagionali simboli, come le precedenti, di fertilità e abbondanza.
  • Palchi o corna: simboli del Dio e della sua virilità.
  • Spadelancefrecce: altri simboli del Dio

Per eseguire il rito avrete bisogno di un calice colmo di vino e di un Athame.

Ponetevi di fronte all’altare, accendete una candela color argento per la Dea ed una color oro per il Dio. Aprite il cerchio ed invocate i quattro elementi, quindi visualizzate la Dea nelle sue vesti di Madre, calda e premurosa, forte e piena di grazia, e chiedetele di presenziare al vostro rito. Visualizzate il Dio come un giovane uomo pieno di forza e di energia e chiedete anche a Lui di essere con voi.

Quando vi sentirete pronti, prendete con entrambe le mani il calice e tenerlo di fronte a voi, all’altezza degli occhi. Visualizzate la Dea e pronunciate:

“Ecco il Calice, simbolo della Dea, la Grande Madre che porta la fecondità e la conoscenza a tutti.”

Mettete il calice sull’altare, di fronte a voi e prendere l’Athame con entrambe le mani, tenendolo di fronte a voi, all’altezza degli occhi con la lama rivolta verso l’alto, visualizzate il Dio e pronunciate:

“Ecco l’Athame, simbolo del dio, Padre di ogni cosa che porta energia e la forza a tutte le cose del cielo e della terra.”

Rivolgete la punta dell’Athame verso il basso reggendolo con la mano destra, prendete il calice con l’altra mano e, abbassando la lama nel vino, dite:

«L’unione del Dio e della Dea, porta vita per tutti

Baciate il manico dell’Athame e dite: Siate benedetti

Bevete un sorso di vino, e meditate sul ruolo della Dea e il Dio in questo periodo dell’anno.
Congedate i quattro elementi, ringraziate il Dio e la Dea e aprite il cerchio.
Bevete il vino restante oppure, se non lo desiderate, potete aspergerlo nel terreno come libagione.

CURIOSITA’

  • In Scozia Bealtuin è il Giorno di Maggio, May Day, mentre in Irlanda Bealtaine è il nome dell’intero mese di maggio.
  • Nel folklore “pagano” europeo si prendevano precauzioni contro le fate e gli spiriti malvagi, inoltre era (e spes­so è ancora) tabù sposarsi a maggio perché era il mese delle Nozze Sacre del Dio e della Dea.
  • In Inghilterra non si comprano scope nuove di maggio, perché esse spazzerebbe­ro via la buona fortuna.
  • Rami e fiori venivano portati dai boschi la mattina di Beltane per decorare porte e finestre o per fabbricare ghirlande, che i giovani portavano in giro per le strade cantando e chieden­do cibo e dolci in cambio. Infatti una caratteristica dei festeggiamenti di Beltane è la celebrazione della vegetazio­ne, così una usanza celtica era quella di appendere una ghir­landa primaverile (simbolo della grande Dea) a un tronco privo di rami (simbolo fallico del Dio selvaggio).

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