Solitamente quando si festeggia un Santo, la data corrispondente sul calendario si riferisce al giorno della morte poiché morendo, nascono in Cristo. San Giovanni invece, è l’unico santo di cui si festeggia sia la nascita (non intesa come morte), il 24 giugno, sia la morte, il 29 agosto. È un privilegio che condivide con la Madonna poiché, come dice la tradizione, come lei, anche Giovanni venne liberato nel grembo materno dal peccato originale.

STORIA

Giovanni nacque da genitori anziani trascorse molti anni nel deserto nutrendosi di locuste e di miele selvatico. Nel quindicesimo anno di regno di Tiberio, era il 29 d.C., riapparve sul Giordano predicando il battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Ai sacerdoti che lo interrogavano per sapere se fosse il messia o il profeta Elia redivivo, rispondeva di essere la voce nel deserto che grida di preparare la via del Signore, che sarebbe venuto portando sulle sue spalle i peccati del mondo. 

Venne decapitato e seppellito senza testa a Sebaste in Samaria, e sulla sua tomba avvenivano numerosi miracoli, come le guarigioni degli ossessi. Così, nel 361-362, l’imperatore Giuliano l’Apostata, profanò la sua tomba, bruciando le reliquie e disperdendole al vento. La testa venne miracolosamente ritrovata e per questo segnalata come sepolto a Costantinopoli, Emesa, Gerusalemme e Damasco, arrivando a Roma nel XII secolo, dove sembra che sia custodita una testa senza mandibola nella chiesa di S. Silvestro in Capite, mentre il sacro mento sarebbe nella chiesa di S. Lorenzo a Viterbo. Consideriamo che nel mondo si venerano non meno di sessanta teste.

Una leggenda diceva che a S. Paolo fuori le mura di Roma, erano conservati tre crani del santo: uno da bambino, uno da adulto, uno da vecchio! Venerati sono anche i calzari del santo, il vassoio su cui venne posata la sua testa, il tappeto su cui riposava in prigione, la sciabola che gli recise il capo, la pietra su cui venne appoggiato.
Per quanto le ceneri siano state “disperse al vento”, al “completo” si trovano in San Giovanni in Laterano a Roma, a Genova nella chiesa di San Lorenzo, a Vienne nel Delfinato e in un numero infinito di altri posti. Per non parlare delle dita, undici indici della mano destra e cinquantotto misti, dei denti, delle spalle e di ossa che vengono onorati nel mondo cristiano.

PATRONO

San Giovanni viene spesso raffigurato magro e vestito con abiti rozzi, portando in braccio un agnello e un bastone che termina con una croce dorata. Altre volte invece, porta la propria testa tagliata.
San Giovanni è invocato contro l’emicrania, ed è il protettore di varie città, tra queste:

  • La città di Genova: dove viene festeggiato la sera precedente con bancarelle ed esibizioni di musicisti ed artisti di strada per le vie del centro, con locali aperti fino a tarda sera, terminando con il grande falò che viene acceso a mezzanotte nella centrale Piazza Matteotti. Il 24 si tiene la solenne processione delle antiche Confraternite con i loro Cristi che parte dalla Cattedrale di San Lorenzo per giungere al Porto Antico dove il Cardinale Arcivescovo della città impartisce la benedizione del mare e della Città. Anche in molti altri comuni della Liguria si festeggia il Santo con festeggiamenti e sagre il 24 di giugno.
  • Firenze: che vede durante la mattinata del 24 Giugno la tradizionale Festa degli Omaggi e il Corteo dei Ceri con l’offerta, da parte della Società di San Giovanni Battista, della Croce di San Giovanni al Sindaco di Firenze e al Cardinale. Durante il pomeriggio, l’assegnazione da parte del Sindaco di dieci Fiorini d’oro a personalità che si sono distinte durante l’anno, terminando con i rinomati “fochi” di San Giovanni. San Giovanni, considerato una figura dall’animo battagliero e fiero,  venne scelto come patrono di Firenze quando quest’ultima decise di abbandonare i riti pagani e quindi il vecchio patrono Marte.
  • Torino: i festeggiamenti qui risalgono al Medioevo e coinvolgevano tutta la popolazione nelle varie celebrazioni come danze, canti, banchetti e gli appuntamenti religiosi. I momenti centrali di questa festa medievale erano la balloria (le danze e i canti in preparazione dei festeggiamenti serali), la corsa dei buoi (pittoresca corsa che si svolgeva nelle vie della città e più precisamente nelle strade del Borgo Dora) ed il Farò (ovvero il falò serale). Quest’ultimo era costituito da enorme catasta piramidale di legna a cui il figlio più giovane del principe regnante doveva dare fuoco creando un grande falò intorno al quale gli abitanti si lasciavano andare in vivaci e sfrenate danze. Queste erano guidate dal re Tamburlando, una figura che oggi può essere paragonata a quella di Gianduja che appunto guida i festeggiamenti della vigilia di San Giovanni. Al centro del Farò viene messa la sagoma di un Toro, che a seconda della direzione in cui cade porterà fortuna o sfortuna alla città durante l’anno che segue. La leggenda narra che, se la sagoma del Toro cade verso Porta Nuova, l’anno che si apre sarà propizio per la città mentre se cade nella direzione opposta sarà un anno poco fortunato per Torino. La festa termina con i consueti fuochi artificiali.
  • Ragusa: è la festa religiosa più importante per Ragusa Superiore che viene celebrata con una messa solenne e con l’esposizione delle sue reliquie conservate in un reliquiario a forma di braccio d’argento. I festeggiamenti solenni vengono festeggiati durante il 29 agosto, la data del suo martirio, dove per l’occasione viene svolta una processione, spesso a piedi nudi, con la statua del Santo accompagnata da Ceri e da una fiera commerciale di prodotti vari terminando con lo spettacolo pirotecnico.
  • Castelbuono: ogni anno vengono posizionate per le vie e le piazze del paese dei grandi contenitori in rame, le “quarare“, dove vengono preparate fave e patate bollite che vengono serviti con il vino rosso. Inoltre, in vari punti della cittadina siciliana, la serata viene allietata da spettacoli musicali.
  • Anche a Livorno la locale Misericordia di Livorno ricorda il 29 agosto il martirio di San Giovanni decollato, organizzando una processione religiosa e l’esposizione di una antica testa del decollato.
  • La festa dedicata a San Giovanni è presente anche in Valle d’Aosta, particolarmente a Gressoney – Saint – Jean (di cui il Santo è patrono), dov’è celebrata con una processione e con i fuochi di San Giovanni (in titsch, Sankt Johanz Feuer). Questa tradizione è presente anche in altri comuni della regione, come nella Val di Cogne.

La festa di San Giovanni Battista è presente e viva anche in Emilia e più precisamente a San Giovanni in Persiceto comune Bolognese, inoltre è il santo patrono di diversi altri comuni italiani, ad esempio Monza in Lombardia e Angri in Campania.

Nel resto d’Europa è particolarmente seguito in Spagna (Noche de San Juan), Portogallo (Fogueiras de São João), Norvegia (Sankthans), Danimarca (Sankthans), Svezia (Midsommar), Finlandia (Juhannus), Estonia (Jaanipäev), Regno Unito (mezza estate).

LA FESTA: RITUALI E LEGGENDE

La festa di San Giovanni si celebra nella notte tra il 23 ed il 24 giugno ed è strettamente legata al solstizio d’estate.  Era una festa pagana che celebrava il sole nel suo momento di massimo splendore, e la fertilità, ma era anche un rito in vista del vicino accorciamento delle giornate. Il solstizio d’estate, rappresentava infatti per i Babilonesi, il matrimonio del Sole con la Luna. La Luna, dea delle acque, e dominatrice del segno del Cancro che inizia proprio con il solstizio, viene fecondata dal Sole.

Antiche credenze infatti, narrano che in questa notte ‘cadde la rugiada degli Dei’, raccontando che il solstizio d’estate fosse la porta attraverso la quale gli Dei facessero passare i nuovi nati sotto forma di rugiada. Per questo i Romani dei primi secoli erano soliti raccogliere l’acqua formata dalle gocce di rugiada come liquido miracoloso donato dagli Dei portatori di fortuna, prosperità, benessere e salute.

Altre credenze narrano che le streghe si riunissero sotto un albero di noce e con  i frutti ancora acerbi e pieni di rugiada preparassero un liquore miracoloso. Un’ antica tradizione infatti era quella di raccogliere le noci durante la notte di San Giovanni per preparare il noto liquore nocino.

Un’altra usanza era quella di mangiare lumache che con le loro corna allontanavano le avversità.

Un’ altra delle tradizioni legate a questa festa, che si celebra in molte parti del mondo, è l’accensione di enormi fuochi, i falò di San Giovanni, insieme a quella delle infiorate.

Nella tradizione slava durante la notte di San Giovanni si celebra Ivan Kupala, una festività legata all’acqua, alla fertilità e al sole. Ivan infatti è la forma slava di San Giovanni.

In Veneto durante questa notte in antichità, le ragazze che avevano più di un pretendente scrivevano su dei bigliettini i nomi dei loro spasimanti, uno per uno: piegavano i biglietti in quattro e li gettavano in un catino d’acqua. Il bigliettino che a contatto con l’acqua si apriva per primo, conteneva il nome dell’uomo “giusto”. I maschi, invece in questa notte coglievano delle foglie di maggiorana  verbena e valeriana, le facevano seccare al sole di giugno, le riducevano in polvere e, al momento che giudicavano propizio, le gettavano addosso alla donna desiderata, sembra che il successo era certo.

Le ragazze abruzzesi invece, da un’antica usanza si svegliavano all’alba del 24 giugno per guardare il sorgere del sole poiché la prima che avesse visto nel disco luminoso e sanguigno il volto di San Giovanni decapitato dopo la danza dei sette veli di Salomè, entro l’anno si sarebbe felicemente maritata.

ACQUA DI SAN GIOVANNI

Sebbene la notte di San Giovanni, meglio conosciuta come la “notte delle streghe”, abbia cessato di essere una festività ufficiale nel 1872, rivive ancora oggi nella tradizione popolare di molte regioni italiane.

Proprio per questo il più famoso dei rituali propiziatori rimasto fino ai giorni nostri è la creazione dell’Acqua di San Giovanni.

La preparazione è molto semplice, bisogna recarsi durante la sera del 23, considerata una notte magica e ricca di poteri, in un campo, e cogliere fiori ed erbe aromatiche da inserire in una bacinella piena d’acqua. Quest’ultima andrà lasciata fuori durante tutta la notte per consentire la formazione della rugiada.

La mattina del 24 giugno, l’acqua dove sono stati lasciati i fiori e le erbe, viene usata per lavarsi le mani e il viso come simbolo di purificazione che – si dice – porti amore, salute e fortuna.

CURIOSITA’

Il santo e la sua famiglia, sono onorati anche dal Corano e il luogo dove era la sua tomba era venerato dai maomettani fino all’arrivo dei crociati. Riconquistato dal nipote del Saladino, Hussam-el-Din, questi vi fece costruire una moschea.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *