L’origine della festa Tanabata deriva da una leggenda cinese e fu importato in Giappone dall’imperatrice Koken nel 755. Le sue origini sono dovute al Kikkōden (乞巧 奠 festa per pregare per le abilità), nome alternativo di Qīxī, celebrato in Cina e adottato dal Palazzo Imperiale di Kyoto nel periodo Heian.

Il festival guadagnò popolarità tra i giapponesi nel primo periodo Edo, quando iniziò ad essere celebrato insieme al festival Obon (celebrato allora il 15º giorno del settimo mese), dando origine al moderno Tanabata.

Le usanze in uso durante il festival variano da regione a regione, ma in generale, è comune scrivere dei desideri su piccole strisce di carta chiamate tanzaku (短冊) e legate ad alberi di bambù. Attualmente, il festival Obon cade il 15 Agosto del calendario solare, vicino alla sua data originaria nel calendario lunare, rendendo il Tanabata e l’Obon due eventi separati.

LEGGENDA

C’è da dire che tra tutte le storie d’amore che si narrano nell’est-asiatico, quella tra Orihime e Hikoboshi, i due protagonisti, è sicuramente quella più amata e raccontata.

Orihime era una principessa dei cieli (hime significa principessa in giapponese), che trascorre le sue giornate a tessere vestiti lungo le rive della Via Lattea (in giapponese la via lattea è chiamata Amanogawa, fiume celestiale); questo la rendeva infelice e triste perché, “lavorando” sempre, non riusciva a trovare il tempo di cercare l’amore.

Hikoboshi, invece, era un pastore che viveva sulla sponda opposta della Via Lattea. Quando il padre di Orihime, che può essere identificato come l’universo stesso, decise di farli incontrare, i due si innamorarono subito e si sposarono nel giro di poco tempo.

Il loro amore, però, fu così intenso che i due innamorati iniziarono a trascurare il loro lavoro; questo comportamento costrinse il padre di Orihime di proibire ai due di vedersi, ad eccezione di un unico giorno l’anno, il settimo giorno del settimo mese.

Nell’astronomia moderna, i due protagonisti di questa storia sono rappresentati dalle stelle Vega e Altair, che nel campo visivo notturno, sono separate dalla via lattea.

SIMBOLI DELLA FESTA

Per celebrare l’incontro delle due stelle, i giapponesi si riversano nelle strade illuminate delle luci dei zen-washi (tipiche lampade di carta) e arricchite da diverse decorazioni simboliche, indossando il tradizionale yukata.

Altra particolarità di questa festività è che la sera del Tanabata non deve piovere, altrimenti Orihime e Hikoboshi non riuscirebbero ad incontrarsi. Per scongiurare la pioggia, i giorni prima vengono appese delle bamboline di carta o stoffa, chiamate Teru teru bōzu, alle porte ed alle finestre di casa, così che Amefushi, lo spirito della pioggia, venga spaventato evitando che faccia venire a piovere.

Toami sono delle reti da pesca la cui esposizione porterebbe fortuna nella pesca e nei raccolti.

Fukinagashi sono strisce filanti colorate le quali richiamano i filamenti che Orihime tesseva.

Gli orizuru sono origami, in particolare a forma di gru, che portano salute, protezione e lunga vita alle famiglie.

Kinchaku sono piccole borse tradizionali che portano buoni affari e ricchezza.

Kusudama, classiche decorazioni di forma ovale.

Kuzukago sono sacchi della spazzatura che simboleggiano la “pulizia” (intesa come purezza) e la prosperità

FESTIVAL

Il più famoso festival Tanabata si tiene a Sendai dal 6 agosto all’8 agosto. Nella regione del Kantō, il più grande festival di Tanabata si tiene a Hiratsuka (Kanagawa) nei primi giorni di luglio. Un altro importante festival Tanabata si svolge a Ichinomiya (Aichi). Per quanto riguarda il Tanabata al di fuori del Giappone il più importante è quello di San Paolo in Brasile, attorno al primo fine settimana di luglio.

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