L’iris bianco spicca tra chi cerca ancora il cielo.

(Vincent van Gogh)

L’IRIS NELLA STORIA

Si racconta che l’Iris sia originario della Siria e che fu il faraone Thutmosis, appassionato di piante, a portarne molte specie in Egitto. Data la sua ammirazione per questo fiore, ordinò di farlo piantare vicino ai suoi papiri, dove trovò un luogo perfetto per riprodursi.

E così, l’iris, oltre che fiore ornamentale, iniziò ad essere coltivato nell’antico Egitto anche come polvere curativa e magica.

Nel tempio di Amon a Tebe, dedicato al faraone Tuthmosis, si possono ancora vedere delle incisioni raffiguranti l’iris.

Gli antichi greci identificavano l’iris con Iride la messaggera degli Dei, ancella di Era,  la quale era il tramite che consentiva agli uomini di ricevere i messaggi degli Dei. Secondo la mitologia Iride per scendere tra gli uomini scivolava sull’arcobaleno (da qui la genesi del nome, Iris significa infatti arcobaleno), inoltre i greci erano soliti deporre mazzi di Iris viola sopra le tombe dei loro familiari o amici, poiché la Dea Iride era anche colei che accompagnava le anime nei Campi Elisi e veniva raffigurata con vesti svolazzanti arcobaleno.

Nel corso della storia l’Iris riapparve attraverso lo stemma di Clodoveo I (466 – 511) re dei Franchi Sali, secondo sovrano storicamente accertato della dinastia dei Merovingi, che lo fece raffigurare su bandiere, scudi, armature e arazzi, dopo avere ricevuto questo fiore in sogno da un angelo, che gli era comparso per onorare l’evento della sua conversione al cristianesimo, avvenuta dopo la vittoria della battaglia di Tolbiac nel quale il sovrano ed il suo esercito cacciarono gli alemanni dall’alto Reno, nel 496.

IL SIMBOLO DELL’IRIS E I SUOI FESTIVAL

Secondo numerosi dati storici, Luigi VII aveva deciso di inserire un iris nel suo stemma reale, il fiore fu chiamato fleur de Louis (fiore di Luigi), purtroppo la sua pronuncia è molto simile a fleur de lys che vuol dire giglio e probabilmente per questa ragione nel corso degli anni i due nomi furono confusi e lo stemma di Luigi VII divenne il giglio, stessa sorte accadde allo stemma della città di Firenze, anche se almeno nel disegno si riuscì a mantenere l’identità dell’Iris, infatti, il nome latino esalta l’origine del fiore: iris florentina.

Nel 1954 a Firenze è stato creato il Giardino dell’Iris, al piazzale Michelangelo, nato con lo scopo di dare ospitalità al concorso internazionale annuale per le migliori varietà di iris. Oltre a questo giardino, ce ne sono altri da annoverare come quello di Presby Memorial Iris Gardens (1927) con oltre 10mila di queste piante e quello di Montclair, nella contea dell’Essex, nel New Jersey (Usa). 

Non si può ignorare anche di come oggi l’Iris, sia simbolo dello Stato del Tennessee, in Nord America e di come sia anche l’emblema della città di New Orleans e della città di Bruxelles attraverso un iris giallo. Proprio per questa ragione ogni anno la città di Bruxelles omaggia questo fiore attraverso un festival della durata di 5 giorni, così come viene celebrato sempre tramite un festival, facente parte dei festeggiamenti della settimana dell’oro, in Giappone.

LE CARATTERISTICHE DELL’IRIS FRA LE VARIE POPOLAZIONI DEL MONDO

L’Iris è un fiore considerato campagnolo, perché attecchisce molto bene nelle verdi colline toscane. Ogni prato ed ogni aiuola sono pieni di vari tipi, specie e varietà di giaggioli e di iris, di ogni colore, dai più comuni giallo e bianco a colori sofisticati come il rosa oppure il rosso ed il blu, questo perché come sappiamo esistono ben 300 tipi di Iris nel mondo.

L’Iris è molto apprezzato anche in oriente, dove venne per lungo tempo impiegato nella medicina popolare come antinfiammatorio e antibatterico.

Questo utilizzo non era esclusivo del popolo orientale, infatti, anche il popolo Navajo, nativo del nord America, preparava il decotto di iris ad uso emetico: i rizomi secchi venivano utilizzati in infusione come antidolorifico (mal di denti, alle orecchie, ecc.) e, ridotti in polvere, come antisettico in caso di ferite.

Diverso era invece l’utilizzo di questo fiore alle Hawaii, dove foglie o fiori davano il colorante blu per i tatuaggi, mentre, la poltiglia delle foglie macerate con sale, zucchero e spezie serviva per pulire e curare la pelle.

In India, l’iris era assunto come diuretico, antielmintico, e rientrava in un preparato vegetale per il trattamento delle malattie veneree. I rizomi essiccati masticati aiutavano i bambini nel periodo della dentizione, ma erano anche utilizzati per mantenere l’aroma della birra nei barili in Germania e il bouquet del vino nelle botti in Francia.

Durante il Rinascimento, le radici di iris infilate in una corda profumavano l’acqua bollente per lavare la biancheria; con il rizoma essiccato e polverizzato si trattavano le parrucche indossate dall’aristocrazia francese e inglese. Nell’800, in Italia, prese campo la produzione di questa radice essiccata per soddisfare la forte richiesta di profumo proveniente dal settore nazionale e straniero. Per le proprietà aromatiche, officinali, coloranti, i fiori e i rizomi di alcune varietà di iris trovano impiego odierno in profumeria (‘radice di orris’ essiccata e invecchiata 5 anni, dal profumo simile alla violetta, fissativo nei pot-pourri), in cosmetica (shampoo a secco), in farmacia (dentifrici) e nell’industria alimentare (correttore del sapore, nei gin azzurri come il marchio londinese Bombay Sapphire e il francese Magellan Gin a base di chiodi di garofano, ecc.). Alcune specie di iris contengono sostanze tossiche in quantità elevate che possono causare malori (nausea, vomito, diarrea), irritazione cutanea e avvelenamento. Una varietà di iris giallo trova impiego nella depurazione delle acque stagnanti dalle quali assorbe nutrienti inquinanti come quelli agricoli.

L’IRIS IN ORIENTE

Nella zona est del continente asiatico, l’Iris viene considerato una sorta di talismano che protegge dai malefici, per questo infatti, nel passato, veniva disegnato sopra le armature dei militi che andavano in battaglia, a loro protezione.

La qualità presente in Cina ha i fiori di color porpora e per la sua conformazione viene comunemente chiamato dai cinesi farfalla porpora.

In Giappone il Giglio bianco era un marchio del quale potevano fregiarsi solo le famiglie nobili protagoniste di atti di eroismo e valore.

Le due specie più note di Iris Giapponese (da non confondere con l’Iris japonica, che ha origini cinesi) sono:

  • il kakitsubata (Iris laevigata): chiamato anche “dalle orecchie di coniglio”, ha fiori viola/blu e più raramente bianchi. I sepali cadenti ricordano le orecchie di un coniglio e sono screziati di bianco. Le sue foglie a spada possono raggiungere i 70 cm. Fiorisce dalla metà di maggio all’inizio di giugno.
  • l’hanashōbu (Iris ensata): deriva dall’iris selvatico giapponese che cresceva lungo le risaie. I fiori possono essere magenta, viola, bianchi e di tutte le sfumature intermedie. I petali centrali sono più piccoli ed eretti dei sepali, su cui troviamo una screziatura gialla. Le foglie sono verde chiaro, con una nervatura centrale. Fiorisce dalla metà di maggio fino alla fine di giugno.

IL SIGNIFICATO DELL’IRIS NEL LINGAUGGIO DEI FIORI

A seconda del colore e della zona del mondo, gli iris possono assumere significati aggiuntivi. Ad esempio, l’iris blu o viola scuro è simbolo di nobiltà, l’iris giallo esprime passione, l’iris bianco simboleggia purezza e gentilezza, mentre L’iris viola denota saggezza.

L’Iris viola è chiamato anche giaggiolo di S. Antonio e viene considerato come immagine che evoca la sapienza.

Quello blu (Giaggiolo odoroso) rappresenta la fede e la speranza.

Quello bianco sta per purezza (detto anche Giglio di Firenze).

Una delle caratteristiche dell’Iris è che in questa pianta ricorre il numero tre, cioè quello della Trinità cristiana: sono tre i boccioli di ogni stelo, sono tre i petali al vertice e pure i petali ricadenti.

Nel linguaggio floreale, un mazzo di iris è un regalo significativo per esprimere simpatia (compleanno, 25° anniversario) e ammirazione (socio o collega), confortare (ammalato), incoraggiare nell’affrontare la vita e il futuro dopo le difficoltà, augurando l’arrivo di tempi migliori, ma è il fiore più specifico per il laureando in quanto riflette la saggezza acquisita con gli anni di studio e la speranza che il percorso di successi continuerà.

L’IRIS E L’ARTE

In campo artistico molte volte l’iris bianco ha preso il posto del giglio nelle pitture dedicate alla Madonna, è il caso ad esempio dell’Adorazione dei pastori, pannello centrale del Trittico Portinari (tre dipinti, databili 1477 – 1478, olio su tavola realizzati da Hugo van der Goes ed attualmente esposti presso la Galleria degli Uffizi a Firenze) in cui sono raffigurati due vasi uno contenente iris bianchi e gialli, simbolo di purezza, e un altro contente l’aquilegia, che potrebbe avere due diversi significati simbolici, da un lato la gioia della nascita e dall’altro potrebbe indicare il sentimento di tristezza e amarezza, come per preannunciare la futura morte di Gesù Cristo.

Nell’arte minoica si trovano molti esempi di raffigurazioni di Iris, relativamente a un periodo compreso tra il 17° e il 16° secolo A. C.

Nella storia dell’Arte sono famose le tele raffiguranti Iris viola dipinte dal pittore olandese Vincent Van Gogh, straordinario e sregolato talento che li dipinse una volta giunto nel sud della Francia alla fine del 1800. Nei suoi quadri gli Iris sono tutti viola, tranne un caso nel quale l’artista ne immortalò uno bianco.

Anche Claude Monet, grande pittore francese, dipinse Iris, traendo ispirazione dalla natura della Normandia, dove visse dal 1883 al 1926, e precisamente dal giardino di Giverny, così come la pittrice americana Georgia O’Keeffe, che riscosse notevole attenzione da parte della critica grazie alle sue opere raffiguranti una serie di Iris, tra le quali vanno ricordati “Black Iris” (1906) e “White Iris 7“.

COLTIVAZIONE

Per prima cosa assicuriamoci che la pianta riceva sole a sufficienza, perché gli iris devono essere posizionati in zone a pieno sole. Per quanto riguarda il terreno, queste piante non hanno particolari esigenze, anche se gli iris, non tollerano il ristagno idrico che provoca in poco tempo marciumi ed altri problemi a livello radicale, che finiscono per far morire la pianta.

Per avere dei fiori più belli e delle aiuole più cariche, un’ottimo stratagemma può essere quello di dividere i bulbi per lasciare più spazio ai singoli iris. Un altro intervento colturale molto utilizzato per avere fioriture prolungate, considerando che il fiore di iris dura circa un paio di settimane, è quello di piantare bulbi di varietà differenti, piantando diversi bulbi, le fioriture si succederanno nelle settimane permettendo di avere sempre qualche iris fiorito in giardino.

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