Come ben sapete, cerco sempre di rendere il più personale possibile tutte le cose che faccio, tra cui questo blog, proprio per questo, oggi, invece di parlarvi di viaggi ed avventure, ho deciso di rendere omaggio alla fedeltà, una virtù appartenente ormai, quasi esclusivamente solo ai cani purtroppo.

Ed è proprio di cani che voglio parlare nell’articolo di oggi, poiché in data odierna nel 1958, scomparve, a Borgo San Lorenzo, Fido, l’Hachiko italiano.

Tutto iniziò nel 1941, quando una sera d’inverno, un operaio delle Fornaci Brunori, Carlo Soriani, trovò in un fosso un cucciolo di cane bianco a macchie nere ferito. Decise così di adottarlo e subito fra i due nacque un legame indissolubile.

Ogni mattina, Fido alzava il suo padrone alle 5,30 del mattino, lo accompagnava alla corriera e lo tornava a prendere alle 19 in punto, tutto questo per ben due anni fino al 1943, quando purtroppo, in piena guerra, Carlo morì a causa di un bombardamento.

Fido si presentò come al solito alla fermata della corriera, ma ovviamente non vide scendere il suo padrone, tornò a casa da solo, e la famiglia capì che Carlo non sarebbe più tornato.

Da allora, puntualmente, ripeté ogni pomeriggio per quasi quattordici anni questo suo viaggio da casa alla piazza. Anche negli ultimi anni di vita, quando le zampe non lo sorreggevano più, con gli occhi annebbiati, le orecchie ciondoloni, Fido, il cane fedele, era sempre lì, ad aspettare.

Il sindaco di Borgo ordinò che Fido venisse esentato dalla tassa sui cani e che potesse circolare liberamente senza museruola. Il 9 novembre 1957 il cane venne premiato con una medaglia d’oro, durante una cerimonia in comune, alla presenza di molti concittadini e della commossa vedova di Soriani. Nel medesimo anno, il Comune di Borgo San Lorenzo decise di omaggiare Fido con un monumento costituito da un basamento in pietra, sovrastato da una statua in maiolica raffigurante il cane fedele, realizzata dallo scultore siciliano Salvatore Cipolla.
L’opera, nota come ”Monumento al cane Fido”, fu collocata in Piazza Dante accanto al Palazzo Comunale. Sul basamento, capeggiava la dedica: “A FIDO, ESEMPIO DI FEDELTÀ”. Il monumento venne inaugurato alla presenza dello stesso Fido e della vedova di Carlo Soriani. Pochi mesi dopo l’inaugurazione, la statua in maiolica venne distrutta da chi si riteneva infastidito dalla eccessiva notorietà di Fido. Il Comune decise, allora, di sostituirla con una in bronzo, collocata come la precedente sopra il basamento con la dedica.

Fido morì il 9 giugno 1958. La notizia fu diffusa al pubblico dal quotidiano fiorentino La Nazione con un titolo a quattro colonne. Il 22 giugno, La Domenica del Corriere commemorò Fido con una commovente copertina firmata da Walter Molino, che ritraeva il cane fedele in punto di morte sul ciglio della strada, con la corriera che ogni giorno attendeva sullo sfondo.
Quando morì, a Fido fecero il funerale e fu accompagnato da un corteo silenzioso, avvolto da un lenzuolo bianco, fino al cimitero di Luco, per permettergli di ricongiungersi finalmente con il suo Carlo: fu sepolto all’esterno del cimitero.
La tomba di Fido è stata ristrutturata grazie ad un Progetto scolastico della classe prima di Luco portato avanti dall’insegnante Di Marco. La persona che di fatto ha realizzato i lavori è Gucci Roberto, genitore di un bambino della classe. Il suo è stato un lavoro fatto con passione e amore per il proprio territorio. Corti Giovanni, ha gentilmente donato la lapide di marmo, nella quale ha riportato la frase originale: “sotto questa terra la pietà mugellana ha raccolto le povere ossa del cane Fido, il cui nome volò per il mondo a simboleggiare una cieca fedeltà non troppo comune fra gli uomini“.

Così come la storia di Fido, tante sono le vicende simili accadute, e che continuano ad accadere nel mondo che vede come protagonisti gli animali.

Rimanendo sempre in Toscana, troviamo un altro cane distintosi per la sua capacità d’intelligenza: Lampo!

Era l’Agosto del 1953, quando un piccolo bastardino pezzato, senza famiglia né dimora, discese da un vagone merci, di un treno di passaggio, dalla stazione di Campiglia Marittima. Comparve come un “lampo” in quel piccolo impianto, e come un lampo portò un repentino cambiamento nella vita dei pochi ferrovieri di quella stazione, in particolare del capostazione, Elvio Barlettani, la cui figlia Virna, innamoratasi subito di quel piccolo cane, pregò suo padre affinché chiudesse un occhio, almeno per quella prima notte … Fu proprio da quel giorno, che invece Lampo, divenne un compagno fedele del capostazione, seguendolo in ogni sua mansione.

Lampo era molto intelligente e questo gli permise di vivere una vita piena di avventure ma soprattutto di libertà. Aveva imparato a conoscerne gli orari dei treni, e riusciva persino a distinguere i vari tipi di carrozze, soprattutto quelle ristorante, dalla quale spesso riceveva qualche piccolo omaggio.

La fama di Lampo arrivò fino in America, dove gli venne dedicata una copertina sul giornale e come compenso gli fu inviata una grossa scatola di biscotti.

Purtroppo però, Lampo, rimase vittima di un incidente ferroviario durante un attraversamento del binario, il 22 luglio 1961, otto anni dopo, sfortunatamente è stata la sua tanta voglia di viaggiare e di scoprire il mondo che lo ha portato via con sè.

Proprio per questa sua caratteristica, Lampo, venne ribattezzato da tutti come “Lampo il cane viaggiatore“, e proprio per questo la sua storia, è quella che qualsiasi travel blogger dovrebbe conoscere, e cercar di far conoscere, poiché Lampo era uno di noi con la nostra stessa identica passione per i viaggi.

Se siete rimasti appassionati nel leggere la sua storia allora vi consiglio di fare come me, rimanete aggiornati seguendo la pagina facebook dell’associazione “Sei venturinese se“, oppure fermatevi direttamente a Campiglia Marittima dove troverete la statua in sua memoria e perché no magari conoscere qualcuno del posto che vi potrà far conoscere qualche aneddoto in più.

Nel 2021 è stato commemorato il 60° anno dalla sua morte con una serie di iniziative molto belle e interessanti ( qui il link a riguardo). Io ho deciso di sostenere in piccolissima parte il progetto comprando l’uovo di pasqua dedicato a Lampo e creando un video-ringraziamento che poi l’associazione ha pubblicato direttamente nelle loro pagine social.

Sono tante le statue commemorative di cani in giro per il mondo, tanto che si è deciso di creare una sorta di mappa all’interno dello strumento Google Earth.

Di seguito un elenco delle più note:

A Ghedi (Brescia) è stata inaugurata la statua in onore ai cani soccorritori dei terremoti di Aquila ed Amatrice.

A Bologna, via Oberdan 24, quella del cane Tago, appartenente al marchese Tommaso de’Buoi, il quale rincasato dopo una lunga assenza vide precipitare il proprio cane dal balcone a causa della contentezza nel rivederlo.

A Camogli, nel Piazzale della chiesa di San Rocco si trova la statua di un cane come omaggio al ruolo di fedeltà di questi animali ed è proprio qui che ogni anno infatti viene riconosciuto il premio fedeltà dei cani.

Sempre per la Toscana troviamo ancora quella di Pippo a Torre del Lago e quella di Brunello a Vellano (Pistoia), cani adottati dalle rispettive comunità che li hanno considerati esattamente come cittadini illustri. Inoltre a Livorno, nel Parco di Villa Fabbricotti, si trova quella del cane Snoopy, vittima della cattiveria umana, mentre a Sesto F.no si trova quella dedicata ai cani guida.

A Roma, nell’area cani del Parco Ravizza di Monteverde, si trova la statua del cane Angelo, torturato ed ucciso dalla crudeltà dell’uomo.

NEL MONDO

A Edimburgo in molte zone del paese si possono notare statue di Sky Terrier, sono le statue di Bobby il cane dell’agente di polizia John Gray morto di tubercolosi nel 1858. Dopo la sua morte per ben 14 anni Bobby non abbandonò mai la sua tomba All’interno del museo di Edimburgo sono ancora esposti il suo collare e la sua ciotola.

Ad Anversa, in Belgio, di fronte alla cattedrale è stato voluto omaggiare il legame di amicizia fra uomo e animale ispirandosi al romanzo ” a dog of flanders” dove un orfano e un cane abbandonato si sostengono ogni giorno per sopravvivere in strada. la scultura rappresenta il manto stradale che ricopre i due corpi.

Ad Asnières-sur-seine in Francia si trova il monumento di Barry, un San Bernardo soccorritore nelle Alpi, che salvò durante un missione ben 40 persone. Barry morì a 14 anni e lo si può osservare all’interno del Museo di storia naturale di Berna in Svizzera.

In Inghilterra è stata costruita una statua per omaggiare il lavoro dei cani poliziotto creata con coltelli e pistole sequestrate.

A New York si trova la statua di Balto il famoso cane slitta eroe che salvò un’intera città da una malattia grazie alla corsa al siero, mentre in California si trova il War Dogs Memorial della March Air Force Base dedicato ai cani militari delle forze americane. Nel cimitero di Green-Wood a Brooklyn, New York, riposano molti artisti e musicisti famosi, tra le varie lapidi spicca quella di un uomo un commerciante famoso di frutta insieme al suo cane e per rendergli omaggio tutti lasciano un bastoncino lì.

A Mosca, all’incrocio della strada Lev Jashin, s torva la statua di un cane che per ben sette anni ha aspettato il ritorno dei suoi padroni nel luogo in cui erano morti in un incidente stradale. La popolazione lo ha soprannominato Costantino per la sua fede costante.

In Serbia si trova la statua di Leo, un bassotto che per difendere l’aggressione di una bambina, da parte di un mastino, davanti casa sua, cercò di combatterlo a costo della sua stessa vita.

A Città del Messico si trova un monumento dedicato ai cani randagi con su scritto ” La mia unica colpa è quella di vivere nelle strade o di essere stato abbandonato. Non ho chiesto io di nascere e nonostante l’indifferenza e le botte che mi puoi dare, l’unica cosa che chiedo è un briciolo del tuo amore. Non voglio più soffrire, sopravvivere in questo modo è orribile, aiutami per favore, il randagio”

In Giappone sull’Isola di Guam c’è la statua del cane Dobermann Kurt, il primo dei 24 cani uccisi durante la guerra contro il Giappone.

STORIE VERE

SHEP

Nel 1936, un pastore del Montana si ammalò sul campo e dovette essere portato di corsa all’ospedale. Il suo cane, Shep, ha rifiutato di essere separato dal suo proprietario e ha seguito l’uomo, la cui identità è sconosciuta, all’ospedale. Mentre Shep aspettava il suo padrone alle porte dell’ospedale, fu nutrito da una suora locale. Sfortunatamente, il pastore morì.

Quando il corpo dell’uomo fu trasportato alla stazione ferroviaria locale per essere portato a casa, Shep lo seguì e furono molti i lavoratori della stazione che ricordavano il cane che piagnucolava mentre la bara veniva caricata sul treno e si allontanava dal fedele cane.

Per i successivi cinque anni, Shep rimase sulle rotaie del treno. Quando ogni treno arrivava (circa quattro treni al giorno), esaminava attentamente ogni persona che scendeva come se cercasse il suo padrone. Shep divenne famoso per la sua lunga veglia e fu nutrito dallo staff della stazione. Invecchiando, divenne sordo e non riuscì a sentire un treno in avvicinamento che lo ha colpito e ucciso.

Shep ora ha una statua di bronzo allestita a Fort Benton per riconoscere la sua pazienza in attesa di ricongiungersi con un amico che non tornerà mai più.

CAPITAN

Quando Manuel Guzman è morto nel 2006, il suo amato cane, Capitan, è scomparso dalla casa di famiglia. Nessuno ha visto il cane per una settimana finché non si è presentato alla tomba del suo padrone. La famiglia non aveva mai portato Capitan lì, quindi è un mistero su come abbia trovato la tomba di Guzman.

I familiari hanno tentato invano di riportare Capitan a casa, poiché finiva sempre che il cane riusciva a fuggire per tornare al cimitero. Così lo staff del cimitero si è assunto il compito di nutrire il cane che ancora oggi sta aspettando lì il suo padrone.

GELERT

Nel 13 ° secolo, la leggenda narra che il principe Llywelyn il Grande del Galles aveva un cane fedele chiamato Gelert, che era il suo preferito tra il suo intero branco di cani da caccia. Quando il principe suonò il suo corno da caccia un giorno, apparvero tutti i suoi cani, tranne Gelert.

Il principe andò lo stesso a caccia anche se immaginava che qualcosa non andasse. Il cane era infatti coperto di sangue. Immediatamente, Llywelyn pensò al suo giovane figlio, che era stato lasciato a casa.

C’era il caos nel palazzo. La culla del bambino fu rovesciata, e c’era tanto sangue schizzato nella stanza. Supponendo il peggio, il principe prese la sua spada e uccise Gelert.

Solo allora suo figlio primogenito iniziò a piangere. Era sotto la culla e dietro c’era un enorme lupo morto. Gelert aveva salvato il bambino e ucciso la pericolosa bestia che lo stava attaccando. Il principe onorò il suo cane morto per il suo eroismo regalando a Gelert un funerale pubblico.

Stranamente, c’è una storia quasi identica dalla Francia. In quel racconto, il cane si chiamava Guinefort e fu scoperto troppo tardi che il cane aveva salvato un bambino da un serpente. Guinefort ricevette più di un funerale. Per centinaia di anni, il cane è stato venerato come un santo a livello locale anche se la Chiesa cattolica ha disapprovato.

WAGHYA

Quando Shivaji morì, il re subì una tradizionale cremazione su una pira funebre. Waghya , il suo cane, non si accontentò di stare accanto alla tomba del suo padrone. Mentre la pira funeraria era illuminata, il cane saltò tra le fiamme e morì. Quando un memoriale fu costruito per il grande Shivaji, uno fu anche eretto al suo fedele cane.

Fino al 2012, il monumento di Waghya era un sito popolare, fino a quando, alcuni hanno inizato ad obiettare, sostenendo che la storia del sacrificio di Waghya, era solo una leggenda e insultava Shivaji. Così, un grande gruppo di persone si riunì, tirò giù la statua di Waghya e la gettò in una valle vicina. Settantatre persone furono arrestate e il monumento di Waghya non è stato ancora restaurato.

LAPDOG DI MARY QUEEN OF SCOTS

Maria, regina di Scozia, ha condotto una vita turbolenta. Divenne regina di Scozia a soli sei giorni, fu per un breve periodo consorte regina della Francia e perse il trono dopo essere tornata in Scozia. Fuggita in Inghilterra, fu tenuta prigioniera da sua cugina, la regina Elisabetta I, perché il cattolicesimo di Maria era una minaccia per il dominio di Elisabetta.

Una delle poche costanti nella vita di Mary era la collezione di piccoli cagnolini che aveva guadagnato in Francia. Durante i lunghi anni della sua prigionia, si disse che Maria avrebbe parlato ai suoi cani per allontanare la sua solitudine.

Alla fine, la regina Elisabetta firmò la sentenza di morte di Mary perché le trame stavano spuntando per collocare Maria sul trono inglese. Mentre Mary veniva condotta al blocco dell’ascia, nessuno notò che non era sola. Nascondersi sotto le sue gonne era uno dei suoi cani.

Quando la testa di Mary fu tagliata, le sue gonne furono viste muoversi e il cagnolino strisciò fuori. Coperto di sangue, il cagnolino si rannicchiò nello spazio tra il corpo della regina e la sua testa. Secondo la leggenda, il cane fu rimosso con difficoltà e morì di fame.

RUSWARP

Quando Graham Nuttall non tornò dal suo giorno di camminata sulle montagne del Galles, i suoi amici lanciarono l’allarme. Era il gennaio 1990 e il tempo era severo. Le ricerche durarono una settimana senza esito, nessuno riusciva a trovare alcun segno di Nuttall o del suo cane, Ruswarp.

Alla fine, la ricerca è stata annullata. Undici settimane dopo, un altro camminatore inciampò sul corpo di Nuttall accanto a un ruscello. Ruswarp, debole e affamato, fu trovato accanto a lui. Dopo 11 settimane sotto la neve e la pioggia, mentre teneva le veglie accanto al suo proprietario, Ruswarp era così debole che doveva essere trasportato giù per la montagna. Visse abbastanza a lungo per assistere al funerale di Nuttall, ma morì poco dopo.

Nel 2009, una statua di bronzo di Ruswarp fu inaugurata in una stazione ferroviaria, Ruswarp aveva aggiunto la sua voce a una petizione che salvava la stazione ferroviaria posizionando la sua impronta di zampa accanto alle migliaia di firme umane.

KOSTYA

Nella città russa di Tolyatti, la popolazione iniziò a vedere ogni giorno un cane sul ciglio di una strada molto trafficata, così alcune persone iniziarono ad indagare scoprendo il passato tragico del cane.

Il cane stava aspettando sul luogo di un incidente stradale. Una ragazza era stata uccisa all’istante e suo padre era morto in ospedale per le ferite riportate. L’unico sopravvissuto all’incidente era il loro cane. Per la lealtà del cane verso il suo proprietario, i cittadini di Tolyatti iniziarono a chiamarlo Kostya (“Leale”).

Kostya rimase al suo posto per sette anni in cerca del ritorno della sua famiglia. Quando fu trovato morto nei boschi vicini, la gente del posto pianse. La città creò una statua di Kostya chiamata “Lealtà”. Ora, le coppie di sposini strofinano il naso della statua nella speranza che gli sposi siano fedeli l’uno all’altro come Kostya era alla sua famiglia.

HACHIKO

Hidesaburo Ueno era un professore di studi agricoli in Giappone che desiderava un raro cane Akita. Finalmente ne adottò uno nel 1924 e lo chiamò Hachiko. I due divennero presto inseparabili.

Ogni giorno Hachiko camminava con Ueno alla stazione ferroviaria. Poi il cane sarebbe tornato la sera ad aspettare pazientemente il suo padrone. Solo un anno dopo essersi incontrati, Ueno è morto improvvisamente mentre teneva una conferenza. Hachiko attese invano accanto alla stazione il suo proprietario fino alla morte.

La storia di Hachiko si diffuse e il suo esempio di devozione fu ampiamente lodato in Giappone. Con la presenza di Hachiko, nel 1934 fu inaugurata una statua per il cane.

Quando morì nel 1935, Hachiko tutti furono rammaricati. Una foto mostra persone raccolte tristemente attorno al suo corpo. La statua di Hachiko è un monumento popolare a Tokyo. Coloro che desiderano avvicinarsi ancora di più al cane possono farlo nel National Museum of Nature and Science di Tokyo, dove Hachiko è imbottito e in mostra.

 RAMBO E JONATHAN HARDMAN

2015: Jonathan Hardman, 27enne americano e rampante stava facendo trekking sul monte Bierstadt, in Colorado. Era a 4000 metri d’altezza quando un fulmine ha colpito lui e i suoi amici. Ma se Jonathan è ancora vivo e può raccontare quanto accaduto lo deve sicuramente al suo fedelissimo amico a quattro zampe. Un pastore tedesco di nome Rambo. Stando a quanto successivamente ricostruito della vicenda, il cane avrebbe attirato parte della scarica con il suo corpo, risparmiando il potenziale letale al suo padrone. Sfortunatamente però, quando Jonathan si è ripreso, ha trovato Rambo senza vita, disteso esanime a due passi da lui.

PENELOPE

Penelope è una cagnolina davvero fantastica. Pinscher nano di 10 anni, ha commosso tutta l’Italia per la fedeltà estrema dimostrata al proprio padrone. Fu ritrovata priva di vita (non avendo mangiato, né bevuto per giorni) nel letto, accanto al suo padrone. L’uomo, un pensionato di Imola, era deceduto alcuni giorni prima per cause naturali e Penelope non l’ha lasciato solo un istante, vegliandone la dipartita con un amore davvero incondizionato.

TOMMY

Tommy era un meticcio di 12 anni che per mesi ha aspettato invano il ritorno della sua padrona, Maria Lochi. Non nella propria abitazione, né nei luoghi a loro più cari bensì nella chiesa di san Donaci, in provincia di Brindisi, dove l’aveva accompagnata l’ultima volta per il suo funerale. Il buon meticcio morì pochi mesi dopo, nel febbraio 2013 dimostrando come i legami d’amore prescindano da nature affini e si elevino nel rapporto fra uomo e creature viventi.

ORLANDO

È stato il cane eroe del 2013 a New York. Orlando è un labrador, addestrato come cane guida per ciechi e che ha salvato il suo padrone, Cecil Williams. Cecil era svenuto sui binari della metropolitana e sarebbe stato investito, se Orlando non lo avesse risvegliato con i suoi latrati.

FAITH

Tra i cani eroici del 2004 si può annoverare senz’ombra di dubbio il Rottweiler Faith. Se esistesse una medaglia al valore anche per i nostri animali a quattro zampe, Faith dovrebbe ottenerla, pur non essendo un cane militante nelle forze armate. Quando infatti la sua padrona, Leana Beasley di Washington cadde dalla sedia a rotelle, Faith chiamò incredibilmente il 911 pigiando con il suo splendido naso il bottone corrispondente al numero delle emergenze, memorizzato sul telefono della padrona. La stessa Faith attese l’arrivo dei soccorsi. Un nome che è davvero emblematico, per questo cane spigliatissimo.

HUACHITO

Non è un bizzarro gioco di parole ma la casualità di un nome, altro simbolo della fedeltà del migliore amico a quattro zampe dell’uomo. Ancora 2014: Huachito vive a Cochabamba, in Bolivia. La sua storia si diffonde nel mondo perché proprio a Cochabamba, per oltre 5 anni ha continuato ad attendere il ritorno del padrone nel punto esatto in cui era morto nel corso di un incidente di moto.

BIRILLO

Birillo fa parte delle storie italiane dedicate alla fedeltà dei cani. E’ un meticcio di sette anni che l’estate di qualche anno fa salvò dall’annegamento un bambino di San Benedetto del Tronto. Il piccolo riuscì a salvarsi ma Birillo non riuscì a farcela. Un altro esempio della sconfinata dedizione incondizionata dei cani per l’uomo.

SECO

Una storia accaduta in Brasile lo scorso anno: un uomo, Lauri da Costa, è rimasto in ospedale otto giorni. Il suo cane, Seco, lo ha aspettato tutto il tempo nel parcheggio di fronte.

TESSY

Tessy è un boxer che ha vegliato la padrona morta nel suo letto per due giorni, come i suoi precedenti amici. È accaduto a Bressanone nel 2012. Anche in questo caso a trovarlo furono i vigili del fuoco, allertati dal marito della donna, preoccupato dal fatto di non riuscire a mettersi in contatto con lei.

BALTO

Balto è un Siberian Husky vissuto in Alaska tra il 1919 e il 1933. Era un cane da slitta e nel 1925 diventò famoso per la cosiddetta “corsa del siero”.

Il 19 gennaio 1925 era scoppiata a Nome (Alaska) una violenta epidemia di difterite senza che ci fosse l’antitossina necessaria per curare tutti i nuovi casi.  La cittadina era stata messa in quarantena ed era urgentemente necessario almeno un milione di unità di antitossina. La scorta più vicina si trovava ad Anchorage, che era lontana più di millesettecento chilometri e non era direttamente collegata a Nome. Una ferrovia arrivava solo fino a Nenana, a quasi mille chilometri dalla cittadina. Il maltempo, inoltre, non permetteva agli aerei di alzarsi in volo e gli iceberg non permettevano alle navi di attraccare.

Si decise quindi di organizzare una staffetta con cani da slitta che normalmente venivano utilizzati per trasportare la posta.

Uno dei mushers (conducenti dei cani da slitta) era il norvegese Leonhard Seppala, il guidatore più abile dell’Alaska, che con il suo cane Togo, il più veloce della zona, fece 91 miglia da solo. L’ultimo tratto venne però percorso da Gunnar Kaasen con l’altro cane di Leonhard Seppala, Balto, che il proprietario considerava buono solo per portare la posta per brevi tratti.

L’antitossina aveva percorso così 674 miglia in circa 127 ore e mezzo (poco più di cinque giorni) con una temperatura media di 40 gradi sotto zero e nel 1927 a Balto fu dedicata una statua a Central Park (New York City), opera di Frederick George Roth.

Ma il pensiero – come recita l’iscrizione – va a tutti quei cani che trasportarono sul ghiaccio accidentato, attraverso tormente e acque pericolose, l’antitossina necessaria a salvare la cittadina di Nome.

Nel 1995 è uscito un film d’animazione liberamente ispirato alla storia e prodotto dalla Amblimation, dal titolo Balto. Nel 2002 e nel 2004 ha avuto due seguiti, Balto 2 – Il mistero del lupo Balto 3 – Sulle ali dell’avventura.

Come per altri suoi successori anche Balto, è stato imbalsamato e si trova al Cleveland Museum of Natural History.

BRETAGNE

L’eroica Golden Retriever aveva solo due anni quando insieme alla sua istruttrice, Denise Corliss, prese parte alle operazioni di soccorso della Texas Task Force 1, che fu inviata a New York dopo il crollo delle Torri Gemelle alla ricerca di eventuali sopravvissuti. Bretagne e la sua conduttrice rimasero sul posto per 10 giorni.  Il cane è ricordato anche per aver preso parte alle operazioni di soccorso in seguito all’uragano Katrina, nel New Orleans.

La statua di Bretagne si trova a Cypress, Texas, dov’è morta a 16 anni. I generosi protagonisti a quattro zampe di quei momenti hanno pagato cara la propria dedizione. Molti di loro, ancora giovani, sono morti di tumore. Malattia provocata, con ogni probabilità, dai fumi tossici che si sono sprigionati dalla macerie, 

SALTY

Salty è un Labrador Golden Retriver protagonista di uno degli episodi più commoventi avvenuti durante il famoso 11 settembre a New York. Il suo padrone, il colombiano Omar Eduardo Rivera, è cieco e poteva spostarsi in città solamente grazie al suo sane guida, Salty appunto. Rivera lavorava nella Torre 1 del World Trade Center e si trovava sul posto di lavoro quando il primo dei due aerei ha colpito l’edificio.

Salty reagì nervosamente mentre le urla si sentivano dappertutto. Poi, abbaiò senza sosta dal corridoio. Rivera capì che il cane lo stava chiamando per portarlo in salvo. Quindi si avvicinò al suo animale e, passo dopo passo, Salty lo guidò per tutti e 71 i piani dell’edificio, fino a raggiungere la strada. Una volta lì, l’edificio crollò. Salty guidò il suo padrone fino alla metropolitana e poi a casa. Una di quelle che hanno fatto il giro del mondo.

 VICTORIA

I cani sembrano avere un sesto senso, ma si scopre che potrebbero anche avere persino la stessa capacità di uno screening medico per individuare le malattie: anzi, più precisamente le persone affette dal cancro. Lauren Gauthier ha salvato un cane con un occhio solo, di nome Victoria, ma alla fine è stata Victoria a salvare Lauren, secondo quanto raccontano i giornali.

Mi aveva letteralmente messo il naso dov’era il cancro, ha detto Gauthier in un’intervista presso una tv della sua zona. La persistenza del mio cane nell’odorare quell’area mi ha fatto domandare se ci fosse qualcosa di sospetto al riguardo.

Gauthier ascoltò Victoria e sentì il suo dottore, con il quale prese immediatamente un appuntamento. Quindi fece un intervento chirurgico per rimuovere il tumore.

Si scopre che il senso del cane che ha salvato Gauthier non è semplicemente un evento unico. I potenti nasi dei cani hanno trecento milioni di sensori, rispetto ai miseri cinque milioni di un essere umano, ha riferito la CNN.

Inoltre, i cani hanno un secondo dispositivo olfattivo nella parte posteriore del loro naso che noi, ad esempio, non abbiamo, chiamato organo di Jacobson. Quel sistema doppio consente ai cani addestrati di rilevare gli odori unici del cancro, chiamati “composti organici volatili”.

GRIGIO

Quando don Bosco era in pericolo di vita compariva sempre un misterioso cane a salvarlo.

San Giovanni Bosco (1815-1888) è il santo dei giovani: ha dedicato tutta la sua vita ad aiutare bambini e ragazzi disagiati di Torino e dintorni.

Soprattutto agli inizi la sua vita non fu facile, perché trovò diverse difficoltà, sia da parte degli industriali locali che non gradivano la sua opera educativa perché li privava di manodopera a basso costo, sia da parte di criminali che pensavano di estorcergli del denaro.

Fu per questo che nel corso degli anni don Bosco subì diversi attentati e, stando a quanto riportano le fonti, ogni volta che il sacerdote correva il rischio di perdere la vita dal nulla sbucava un cagnone che aggrediva gli assalitori e li metteva in fuga; poi, una volta compiuto il suo dovere, spariva.

Don Bosco chiamava Grigio questo suo angelo custode peloso. Di lui non si sa nulla, se non che fosse di colore scuro come raccontava lo stesso don Bosco. Quando con il tempo il fondatore dei Salesiani divenne celebre e nessuno più osava toccarlo, Grigio non si fece più vedere.

LAIKA

Laika, piccola cagnolina che ha puntato decisamente e letteralmente in alto: si tratta infatti del primo cane spedito in orbita per un viaggio spaziale. Siamo nel 1957, in piena Guerra Fredda, quando questo cagnolina di razza ibrida (probabilmente metà Husky e metà Samoiedo) venne fatto decollare a bordo della capsula dello Sputnik 2.

La cosiddetta “corsa allo Spazio” che vedeva Stati Uniti e Russia fronteggiarsi per la gloria mondiale passa anche per il musetto di Laika. Il suo destino però è fatalmente segnato al momento della partenza dalla Terra: infatti la cagnolina si è sacrificata (o è stata sacrificata, meglio) per la Scienza, morendo non molto tempo dopo il decollo. Laika è uscita di scena da eroina, comunque, entrando contemporaneamente nella Leggenda.

NEMO

Nemo, forse il più celebre cane/eroe di guerra. Questo nome ricorderà a molti il celebre pesciolino pagliaccio del cartone animato della Pixar intitolato appunto “Alla ricerca di Nemo”.

Un esemplare di Pastore Tedesco che è stato metaforicamente pluridecorato. Inviato nella giungla di Saigon a seguito delle truppe americane, nel gennaio del ’66 Nemo partecipò attivamente al salvataggio del suo battaglione da un assalto dei Vietcong. Perse un occhio ma questo non gli impedì di “assistere” il soldato Airman Robert A. Throneburg in attesa dell’arrivo dei soccorsi veri e proprio.

WHIZZ

Anche questo magnifico esemplare di Terranova si è reso protagonista di tanti salvataggi in acqua.

La sua storia ha luogo in Inghilterra, nella fattispecie tra Bristol e il fiume Severn. Whizz, si occupa ormai da quasi un decennio, di pattugliare le acque di quella zona, salvando la vita di ben 9 persone ed è stato uno dei primi nominati ai Animal Hero Awards del Daily Mirror, un concorso dedicato proprio agli amici a quattro zampe che si cimentano in imprese eroiche. Whizz si merita davvero un tuffo nel mondo delle celebrità!

TRAKR

Restiamo sempre nell’ambito dei cani da salvataggio, con un esemplare tanto virtuoso e valoroso da meritarsi addirittura dei… cloni! Prima di fare confusione, procediamo con ordine: Trakr è il più celebre tra i cani-eroi legati alla tragedia dell’attacco terroristico dell’11 settembre. Si tratta di un pastore tedesco, quanto mai sveglio e coraggioso.

Infatti, nel caos di fiamme e macerie di quella sciagurata giornata, Trakr e il suo padrone si sono adoperati per portare il salvo tanti feriti da quello che restava del World Trade Center al collasso. Come arriviamo alla clonazione? Ebbene, Trakr è stato in seguito selezionato per partecipare al Best Friends Again Contest indetto dalla società BioArts International, in quanto esemplare particolarmente dotato da ogni punto di vista. Il suo gesto eroico lo ha reso un modello, sia nel senso metaforico della parola che in quello letterale: oggi Trakr vanta ben cinque cloni!

SHELBY

Un altro pastore tedesco che ha compiuto un atto eroico, aiutato dal suo fiuto. Nel cuore della notte, Shelby sente che c’è qualcosa che non va e sveglia letteralmente tutta la famiglia abbaiando a più non posso.

Non si lamenta per un dolore né vuole giocare: ha percepito con un certo anticipo la fuga di monossido di carbonio all’interno della casa: poteva trattarsi di una intossicazione anche mortale, se non fosse stato per la caparbietà di Shelby, che in un colpo solo ha salvato la vita a se stesso e alla sua famiglia, guadagnandosi il titolo di Skippy Dog Hero of the Year e ricevendo anche un premio monetario di 500 dollari!

LEFTY

Questo Pitbull dall’aria sveglia si è rivelato addirittura un’ egregia guardia del corpo. Infatti Lefty ha salvato il suo padrone da un colpo di proiettile, rimbalzato in circostanze poco chiare all’interno del parco dove i due si trovavano per la consueta passeggiata.

Avvertendo qualcosa di sospetto, la coraggiosa Lefty (parliamo di un Pibull femmina) si è letteralmente frapposta tra proiettile e padrone, rimanendo gravemente ferita. Portata d’urgenza in ambulatorio è costretta a vedersi amputare un arto, ma “fortunatamente” le conseguenze non sono ulteriormente nefaste: Lefty si salva, e come la più attenta e affezionata delle bodyguard, torna al fianco del suo amico a due zampe.

KHAN

Khan è un Dobermann di piccola taglia che ha evitato una morte certa alla piccola Charlotte, mentre i due si trovavano a giocare in cortile. Siamo in Australia, nel novembre del 2007: nella Terra dei Canguri può capitare che in giardino si presenti nientemeno che un Serpente Bruno Reale, ovvero uno dei più velenosi rettili al mondo.

Il piccolo Khan avverte il pericolo e porta letteralmente via la bambina, trascinandola dal pannolone. Purtroppo nel tragitto viene morso ad una zampa! Fortunatamente, grazie ad un intervento tempestivo, il cane si salva. Che l’amore sia stato più forte delle tossine?

Khan

BUDDY

Leggendo questa classifica capirete come mai il Pastore Tedesco è uno dei cani più apprezzati in ogni parte del mondo. Ecco infatti che ancora una volta ci troviamo a prendere in esame un esemplare di questa razza. Ci troviamo in Alaska, nell’aprile del 2010: Buddy sta lavorando fianco a fianco col suo padrone Ben Heinrich, nell’officina di famiglia.

Scoppia un incendio e in circostanze poco chiare Ben si ritrova in trappola, senza la possibilità di chiedere aiuto. Ci pensa Buddy: il cane arriva alla strada più vicina, dove riconosce una volante della polizia. In qualche modo riesce a far capire agli agenti del pericolo imminente, facendosi seguire fino all’officina.

L’intraprendenza di Buddy consentirà alle forze dell’ordine di salvare il suo amico a due zampe, l’officina stessa e anche la vicinissima casa dell’uomo. Buddy è stato simbolicamente premiato con scodella placcata d’argento ma soprattutto con l’inserimento nel programma di prevenzione antincendio nel Paese. Che dire, un segugio dotato di incredibile intelligenza e coraggio: e non ha avuto nemmeno bisogno di parlare la nostra lingua!

I CANI NEI MEDIA

FILM

  • HACHIKO
  • Oceano di fuoco – Hidalgo (regia di Joe Johnston, 2004)
  • Italo (regia di Alessia Scarso, 2014)
  • Entre Lobos (regia di Gerardo Olivares, 2010)
  • IO E MARLEY
  • QUA LA ZAMPA

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